I vertici NATO si incontrano in Norvegia: un esordio per i nuovi membri della Svezia. La Russia è consapevole ma per il momento non reagisce.
Le alte cariche militari della Svezia hanno incontrato i principali vertici militari della NATO, in quello che può essere definito l’esordio del paese come membro dell’Alleanza Atlantica in un incontro verticistico. Il luogo dell’appuntamento è stata la zona del confine russo-norvegese, poco distante da Kirkenes. Mai così tante alte cariche della NATO si erano trovate tanto vicine al confine con la Russia.
Un precedente interessante. In realtà molti degli ufficiali presenti sono arrivati dalla vicina regione di Troms, nella Norvegia settentrionale, dove ha luogo la missione Joint Viking, che vede impegnati gli ufficiali di alcuni paesi alleati. Contemporaneamente, il Segretario Generale della NATO Jens Stoltenberg si è recato a Stoccolma ed in quell’occasione, ribadendo la soddisfazione per l’ingresso di Svezia e Finlandia nell’Alleanza, ha definito la sicurezza di questi due paesi una priorità assoluta.
Per il momento, dall’incontro degli ufficiali sembra essere emerso che il confine tra Russia e Norvegia, in quella specifica area nei dintorni del fiume Pasvik, è quello meno teso di tutti. Questo nonostante le caratteristiche del luogo: il fiume qui crea un confine che rispecchia quasi del tutto le linee tracciate politicamente; sta di fatto che le due sponde del fiume sono sorvegliate rispettivamente da polizia norvegese ed esercito russo.
Però i confini della NATO sono cambiati e sono più estesi ora che l’ingresso di Svezia e Finlandia è praticamente cosa fatta. Anche il linguaggio degli alleati e dei vertici è cambiato drasticamente: oggi si parla di “territorio della NATO” riferendosi proprio a quelle aree in cui le forze militari congiunte effettuano esercitazioni e perché no, anche azioni di deterrenza. dalle dichiarazioni dei vertici emerge un quadro chiaro: l’obiettivo è scoraggiare e difendere. Per questo motivo si vedranno molti più soldati alleati dalle parti del Mare di Barents nel prossimo futuro.
Quindi non si parla di guerra vera e propria, ed è altrettanto da escludere, almeno per ora, la prospettiva di un attacco preventivo alla Russia. Concretamente verrà sviluppata ulteriormente la missione Joint Viking, con una trazione fortemente orientata alla penisola scandinava, allo scopo di integrare i nuovi alleati. In caso di conflitto quindi, le forze dovranno essere in grado di rispondere prontamente, ed è per questo che ingenti quantità di armi, mezzi e velivoli, stanno giungendo in Norvegia, anche e soprattutto dagli Stati Uniti. Uno scenario totalmente nuovo, ma che tiene banco nell’area dall’inizio della guerra in Ucraina; da allora l’aviazione americana si esercita in maniera sistematica assieme alle forze svedesi e finlandesi.
Poco distante, ad appena 100 km da quella linea di confine, praticamente sull’altra costa del Mare di Barents ci sono i russi, o meglio ci sono i sottomarini, le imbarcazioni e qualche deposito di testate nucleari russe. Impossibile pensare che Putin e i suoi non reagiscano sapendo di un avvicinamento così pericoloso da parte della NATO, da cui il presidente russo cerca di tenere le distanze. La reazione potrebbe essere molto decisa, ma probabilmente, se ci saranno contraccolpi, non si vedranno lì, lungo il fiume Pasvik.
Questo perché, le tensioni in quel luogo costituirebbero una situazione davvero inedita, dato che di tutte le tensioni che hanno interessato la Russia, mai nessuna ha avuto luogo in quell’area, e a parte qualche screzio o battibecco, la Norvegia è il paese con cui la Russia ha avuto meno problemi. Per questo è pensabile che quell’area di confine, estesa circa 200 km rimanga esente da guerre, nonostante i preparativi. La Russia è preoccupata per l’incremento di forze NATO, ma alla luce di quanto detto, non sembra esserlo più di tanto, dato che nell’area non c’è più il massiccio spiegamento militare presente fino a poco tempo fa. Oggi la maggior parte di quei soldati combattono in Ucraina.
In attesa di una risposta russa che potrebbe anche non arrivare nell’immediato, la cosa certa è che Svezia e Finlandia, intendono iniziare il loro percorso in NATO con il piede giusto. Ed ora, incassato l’ok anche dalla Turchia, ottenuto giovedì scorso a Bruxelles, si può partire a tutti gli effetti. Per questo i vertici militari svedesi si sono fatti subito vedere tra i vertici alleati. Nel frattempo la premier finlandese Sanna Marin, ha incontrato Zelensky, confermando la posizione di sostegno che la Finlandia offre all’Ucraina e il ruolo che il suo paese intende assumere nello scenario.
Comunque, stando a quanto emerso dall’incontro dei vertici militari lungo il confine tra Norvegia e Russia, il rafforzamento militare avrà solo uno scopo deterrente e al massimo difensivo. Una posizione che si scontra con alcune dichiarazioni di altri vertici NATO decisamente più orientati ad un lessico bellicista, ad una logica del “noi contro loro” e ad una dialettica da paesi in guerra. Un approccio che la Russia non ha mai nascosto più di tanto, ma sembra che a breve Putin e gli stati occidentali potrebbero cantare sulle stesse note, seppur da posizioni diverse.