Uzbekistan tra sogno e realtà

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Situato nel cuore dell’Asia centrale l’Uzbekistan è una delle ex Repubbliche socialiste che faceva parte dell’Unione Sovietica. La sua posizione può considerarsi come un ponte tra l’Asia e l’Europa, un po’ sulla falsa riga del Turkmenistan, infatti i due paesi si assomigliano sia per storia sia per caratteristiche geografiche.

L’Uzbekistan è composto per 80% del suo territorio dal deserto del Quizilqum, molto caldo d’estate e molto freddo d’inverno. Ad est troviamo la grande catena montuosa del Tian shan, la quale forma una vera barriera naturale con la Cina. Infine sempre a nord est si trova la fertile valle di Fergana, conosciuta anche come via dell’Oppio, in cui è situata la capitale Tashkent. Questa valle è considerata la più fertile dell’Asia centrale, grazie al grande fiume Syr darya, ed è qui che vive la maggior parte dei 35 milioni di Uzbeki.

La storia dell’Uzbekistan è densa di culture provenienti da molti popoli ed imperi, poiché questa regione è stata terra di conquista da parte di moltissimi imperi, da Alessandro Magno a Gengis Khan. Come non citare l’eroe nazionale Tamerlano, il cui intento era quello di far diventare l’Uzbekistan grande e prospero come fu l’impero di Gengis Khan, e la sua città più importante Samarcanda, crocevia delle rotte commerciali asiatiche, diverrà uno dei grandi centri della civiltà timuride e dell’Asia Centrale musulmana. 

Nel XIX secolo, l’impero russo cominciò la sua espansione nell’Asia centrale; ma a differenza di altri territori turchi centroasiatici (Kazakistan, Kirghizistan), Khiva e Bukhara non vennero subito annesse, bensì divennero emirati vassalli della Corona Zarista. Successivamente, dal 1813 inizia il periodo del “Grande gioco”, ovvero del confronto geopolitico e militare tra l’impero russo e l’impero britannico, fino al 1907 con la stipula della convenzione anglo-russa. All’inizio del XIX secolo circa 2000 miglia separavano l’India britannica e le regioni periferiche della Russia zarista. Gran parte di quelle terre non erano neanche tracciate sulle mappe. Dopo la rivoluzione bolscevica del 1917 seguì una seconda fase dei rapporti con la Russia, con la creazione, dopo varie complesse vicende, della Repubblica bolscevica di Bukhara. In seguito, nonostante alcune prime resistenze ai bolscevichi, l’Uzbekistan entrò a far parte dell’Unione Sovietica.

Il 1º settembre 1991 l’Uzbekistan, seppur riluttante, dichiarò l’indipendenza. Mentre le tre repubbliche baltiche guidarono la battaglia per l’indipendenza, quelli dell’Asia centrale ne ebbero timore. “Le forze indipendentiste che spingevano per la separazione dall’Unione (Sovietica) erano molto deboli in Asia centrale. Dopo il tentativo di colpo di Stato dell’agosto 1991, tutte le nazioni dell’Asia centrale ritennero che l’Unione fosse qualcosa da preservare”, come ha scritto Michael McFaul nella sua “Russia’s Unfinished Revolution”.

Il presidente della Repubblica socialista dell’Uzbekistan era Islam Karimov, un burocrate appartenente al partito comunista, e dopo l’indipendenza restò al potere della nuova Repubblica Uzbeka per oltre 25 anni. In questo lasso di tempo Karimov si è distinto per la brutalità con cui ha amministrato la nazione, sterminando tutti gli avversarsi politici, e facendo rinchiudere in grandi prigioni, tutti coloro i quali erano ritenuti un pericolo per il suo potere personale. Moltissimi detenuti sono stati torturati ed hanno subito una serie di sevizie ed abusi, violando palesemente i diritti umani.

Il presidente Karimov, sapendo benissimo della fragilità economica e militare della sua nazione, diede inizio ad una politica difensiva e di isolamento, volta a rafforzare il più possibile l’Uzbekistan, incrementando la produzione di cotone, una delle maggiori risorse nazionali. Ma nonostante ciò, era impossibile non avere rapporti con delle super potenze. Infatti inizialmente l’Uzbekistan si distaccò il più possibile dalla Russia, e dopo l’attentato alle torri gemelle, Karimov trovo in George Bush un nuovo alleato. Proprio per la sua posizione strategica, l’Uzbekistan è stato utile agli Stati Uniti per l’invasione dell’Afganistan, gli americani utilizzarono la base militare Uzbeka di Karshi-Kanabad. Ma successivamente i rapporti tra i due paesi iniziarono a rovinarsi, sia perché l’Uzbekistan non forni gli aiuti strategici-logistici voluti dagli americani, sia perché gli americani non fornirono mai gli aiuti economici promessi. In più va detto che alla politica americana era molto sconveniente essere in buoni rapporti con una nazione che viola palesemente i diritti umani.

Dopo che l’avventura americana di Karizov andò male, non restò altro al presidente, di fare marcia indietro e rialacciare i rapporti con la Russia di Vladimir Putin, il quale ha investito moltissimi soldi in Uzbekistan rendendo quest’ultimo nuovamente parte della sua area di influenza. Anche con la Cina ci sono relazioni forti, infatti la Cina ha investito molto denaro in Uzbekistan, ma nonostante questi investimenti la maggior parte della popolazione vive in uno stato di povertà.

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