Geopolitica dell’Etmanato Cosacco 

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Alla luce del conflitto russo-ucraino ancora in corso risulta di fondamentale importanza analizzare la funzione geopolitica rappresentata dall’Etmanato cosacco, particolarissima entità statuale affacciatasi nel contesto storico dell’Europa Orientale dal 1654 al 1764, anno della sua dissoluzione. L’influenza dell’Etmanato è stata tutt’altro che irrilevante se si considera il ruolo che ha occupato durante la sua esistenza.

Tra le potenze che si contendevano l’egemonia sull’Europa centro-orientale, lo “Stato dei cosacchi” spesso ha costituito un vero proprio ago della bilancia. Parte della storiografia ucraina ritiene che l’Etmanato abbia rappresentato la prima forma d’identità nazionale. D’altro canto, la storiografia russa fa coincidere l’alleanza siglata nel 1654 tra l’atamano Bohdan Khmelnytskij e lo zar Alessio I come una sorta di riunificazione tra i territori russi e ucraini.  

I Cosacchi, questi sconosciuti 

La storia dei cosacchi risulta altresì importante per comprendere la costituzione psicologica delle genti che hanno vissuto e vivono nell’ Ucraina centro-meridionale. Pur rimanendo incerta l’etnogenesi di questa singolare popolazione, si ritiene che la sua origine sia stata la diretta conseguenza della diaspora rutena in seguito allo sfaldamento della Rus di Kiev per mezzo del “giogo Mongolo”.  Cosacco, il cui significato sta appunto per nomade o uomo libero, rimanda ad un gruppo multietnico composto da genti di origine slava e tatara. I cosacchi sono stati tutto e il contrario di tutto: popolo nomade poi stanziale, europeo e asiatico al tempo stesso. Anima profonda della Russia come dell’Ucraina ma anche realtà a sé stante. Questo popolo nomade e guerriero, nella forma e nello spirito, riuscì a edificare a metà Seicento l’Etmanato di cui si è detto precedentemente.  

L’etmanato Cosacco tra ascesa e declino, indipendenza e sudditanza 

I più antichi insediamenti territoriali creati da queste comunità sui generis si collocano nella Zaporižžja e nel Don. Nel periodo antecedente alla fondazione dell’Etmanato, i cosacchi erano inquadrati all’interno della Confederazione polacca-lituana, sorta in seguito all’Unione di Lublino del 1569. Grazie alla propria forza militare manifestata sul campo respingendo più volte le incursioni ottomane provenienti dai territori confinanti, come il khanato di Crimea, l’Etmanato divenne col tempo un alleato difficile da gestire da parte della Confederazione.

Furono diverse le motivazioni che portarono all’insubordinazione cosacca e alla successiva rivoluzione nel 1648, tutte senz’altro riconducibili alle diverse incompatibilità con i polacchi dal punto di vista etnico, culturale, religiosa e linguistico. Fattori che convinsero i cosacchi qualche anno dopo la ribellione a rivolgersi verso Mosca. Il trattato di Perejaslav del 1654 legò a doppio filo i destini ucraini e russi, segnando uno spartiacque storico con l’inevitabile ascesa dell’Impero Russo a discapito degli avversari polacchi, turchi ed in seguito svedesi, i quali si protessero verso il Baltico. Fu proprio con questi ultimi che si allearono i cosacchi capeggiati dall’atamano Ivan Mazepa dal 1687 al 1709.

Alleanza che per Mosca allora, guidate dalle forti mire espansionistiche di Pietro I fu equiparata ad un atto di alto tradimento. Con la fine della Grande guerra del Nord (1700-1721) a seguito della battaglia decisiva di Poltava, l’Etmanato perse a seguito di varie frammentazioni il ruolo cardine che era stato in grado di esercitare nel Seicento nell’Europa Orientale, fino al suo totale assorbimento da parte dello Zarato da parte di Caterina II.

Con l’annessione definitiva nell’Impero Russo i cosacchi in parte persero la propria identità così come qualsiasi velleità indipendentistica, assumendo tra Settecento e Ottocento il ruolo di guardie dell’Impero contro i bellicosi vicini da un lato, a quello di esploratori dall’altro, dal Caucaso fino alla Siberia. Con la rivoluzione d’Ottobre subirono diverse deportazioni per essersi schierati in sostegno dello zarismo. Nel corso della seconda guerra mondiale, sebbene vi fossero reparti di cosacchi inquadrati nell’Armata Rossa, una componente confluirà nella Wehrmacht, stanziandosi in Friuli, con la fugace esperienza del Kosakenland in seguito all’operazione Ataman.  

Cosacchi: ucraini, russi o entità a parte? 

Con il deteriorarsi dei rapporti tra Ucraina e Russia – dai fatti di Majdan del 2014 fino allo scoppio del conflitto dal 24 febbraio 2022 – sono riemerse in superficie antiche tensioni storiche che si credevano superate. Con il dissolvimento dell’Urss nel 1991, diversi conflitti regionali hanno interessato lo spazio post-sovietico: dispute territoriali che ineriscono anche alle varie differenze etniche, religiose e linguistiche tra Stati. Tra le varie questioni oggetto di disputa va annoverata l’appartenenza e la composizione cosacchi, oggi più che in passato di difficile definizione. 

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