Il Dragone con un piede in Antartide: una base navale cinese in Argentina

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Fonte Immagine: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/c/c1/Base_Naval_Ushuaia_39.JPG

Ushuaia, da località di villeggiatura, potrebbe rivelarsi un hub cinese rilevante, con proiezione verso l’emisfero autrale.

Interessi di fuoco

Ushuaia è il confine del mondo, da quel punto passa una delle linee di comunicazione marittima meno coinvolta dagli interessi delle grandi potenze. Ushuaia si trova sul Canale di Beagle che permette il passaggio tra i due oceani, dopodiché tutt’attorno un panorama montuoso e ghiacciato. Dista solo 1100km dalla punta più vicina dell’Antartide terra ancora meno ospitale.

Il rappresentante del Partito Comunista Cinese che ha il compito di portare a termine il progetto di una base navale nel sud dell’Argentina si chiama Shuiping Tu. Egli è il gestore della società HydroPower una delle tante che fa parte del gruppo PowerChina impegnata in tutto il mondo nelle costruzioni d’ingegneria pesante e civile. Gli interessi principali che spingono verso questa mossa sono molteplici: sfruttamento delle risorse naturali della zona, accesso diretto all’Antartide, una potenziale base di un paese straniero da utilizzare per fini militari (ad oggi le uniche basi militari presenti sono argentine, il Comando della Zona Navale Australe e la XI Brigata di fanteria di montagna). 

 Inoltre, Ushuaia si trova nei pressi di una zona offshore di ricerca ed estrazione di petrolio e gas, le cui concessioni sono già state assegnate a compagnie straniere. Sono presenti giacimenti d’oro e argento (la Cina è già presente in Argentina attraverso PowerChina con un progetto di estrazione di litio dal più grande deposito al mondo), inoltre è una zona ricca di corsi d’acqua e laghi utili alla produzione di energia idroelettrica. Avere una proiezione in Antartide è dato da finalità di ricerca scientifica, risorse ittiche, minerarie e di combustibili fossili.

Conclusione

La Cina ha effettuato ingenti investimenti nella regione, questo ha permesso di aumentare la propria influenza posizionandosi in maniera strategica rispetto agli USA che con questa mossa vedono avvicinarsi geograficamente il gigante asiatico. La narrazione sullo sfruttamento di quanto può generare quella zona geografica e di un più stretto legame tra i due paesi finisce nel momento in cui si pensa in maniera ancora più dettagliata, strategica.

Per essere una potenza che ambisce a contendere la leadership a stelle e strisce, non ci si può sottrarre dall’avere una flotta di prima classe. I principali investimenti in questo senso sono sia per scopi civili che militari. Gli ambiti sono la ricerca oceanica per scoprire nuove forme di energia, di risorse marine ma anche giacimenti di fonti non rinnovabili; in qualità di principale esportatore di merci al mondo ci sono investimenti per la costruzione di nuove navi da trasporto e investimenti per l’acquisizione di compagnie di navigazione; l’azione cinese si espleta anche attraverso forti investimenti per infrastrutture marine e porti (per dare così seguito al progetto della Nuova via della Seta); dal punto di vista militare invece non solo si punta a modernizzare la flotta già esistente ma si investe su portaerei, cacciatorpediniere, sottomarini e navi costiere (fregate, corvette e pattugliatori). Ushuaia permette quindi di avere un occhio sul Pacifico ed uno sull’Atlantico, con proiezione nell’emisfero australe.

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