IL PUNTO DELLA SITUAZIONE SULLA NUOVA GUERRA FREDDA

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I rapporti tra Cina, Russia e Stati Uniti-NATO sono fortemente condizionati dagli eventi recenti. Per cui si pone l’accento su come si impronteranno.

Le relazioni tra Russia e Stati Uniti/NATO (North Atlantic Treaty Organization) sono ancora molto influenzate dalla guerra in Ucraina, che ha “compiuto” il suo primo anniversario. 

Proprio a ridosso di quest’ultimo, il Presidente russo Vladimir Putin e quello statunitense Joe Bidenhanno tenuto dei discorsi emblematici riguardanti il conflitto vigente che, al contempo, non lasciano molto spazio all’interpretazione della postura reciproca delle relazioni politiche e diplomatiche.

Il Presidente russo Vladimir Putin lo ha tenuto il 21 febbraio a Camere riunite, rimarcando che la guerra è stata voluta ed incominciata dal Governo di Kiev con il sostegno dell’Occidente, i quali vengono descritti come aggressivi, nazisti e ingannevoli nei confronti del loro popolo (quest’ultimo elemento in riferimento alla compagine occidentale). 

La Russia, per fermare le intenzioni “maligne” di Kiev e per difendere i diritti dell’autodeterminazione delle Repubbliche separatiste del Donbass, ha dovuto attuare un’azione di forza, la quale sarà nuovamente calibrata se l’Ucraina dovesse ricevere armi a lungo raggio. 

Inoltre, il Presidente Vladimir Putin ha sottolineato i seguenti elementi: Mosca combatte contro il Governo ucraino, non il suo popolo; l’Occidente ha la chiara intenzione di distruggere la Russia; l’inefficacia delle sanzioni economiche occidentali; la compattezza dei russi “nell’Operazione Militare Speciale”; la determinazione del Cremlino a raggiungere tutti i suoi obiettivi in Ucraina; perseguire a norma di legge chiunque dovesse tradire la Russia.

La posizione statunitense è stata espressa dal Presidente Joe Biden in due occasioni, cioè durante la visita a sorpresa a Kiev del 20 febbraio ed a Varsavia il giorno successivo.

Prima di tutto ha reiterato la volontà di completo sostegno nei confronti dell’Ucraina, poiché in questo conflitto sono in gioco la sovranità, l’integrità territoriale del Governo di Kiev ed i valori democratici e di libertà del globo. Poi ha espresso i seguenti elementi: la Russia è l’unica responsabile della guerra in Ucraina; Mosca ha sperato, erroneamente, di dividere l’Occidente e la NATO, provocando invece l’effetto opposto; gli Stati Uniti interverranno in difesa dei membri dell’Alleanza Atlantica se dovessero essere attaccati; l’Occidente non ha l’intenzione di distruggere la Russia, specificando al contempo l’identificazione nel Governo di Mosca, non nel popolo russo, come il vero nemico da combattere; la guerra in Ucraina potrà essere conclusa solamente con il ritiro dell’esercito russo dal suddetto territorio.

La compagine occidentale ha trattato la questione ucraina e di come porsi nei confronti della Russia pure al meeting dei Ministri della Difesa dei Paesi NATO a Bruxelles e nel G7 di Monaco. In queste occasioni è stato deciso l’implementazione di nuove sanzioni economiche ai danni della Russia, sono stati enfatizzati i rischi di un’escalation della guerra, della maggiore vulnerabilità del mondo se Mosca la dovesse vincere e la formulazione d’accusa che la Russia ha commesso in Ucraina crimini contro l’umanità. Quest’ultima affermazione, a detta del Governo di Washington, è basata su studi approfonditi della legislazione e delle fonti a loro disposizione, portando gli statunitensi a dichiarare la loro determinazione di consegnare alla giustizia i mandanti e i responsabili di tali crimini.

Tuttavia bisogna sottolineare che queste accuse riguardanti i crimini contro l’umanità non sono un unicum. Infatti la Russia le aveva formulate nel luglio 2022 ai danni dei militari ucraini.

Un ulteriore elemento di tensione tra Stati Uniti e Russia è rappresentato dalla decisone del Cremlino di sospendere il Trattato New START (Strategic Arms Reduction Treaty), cioè l’accordo bilaterale tra le due Superpotenze per la limitazione della dotazione degli armamenti nucleari, e di revocare il “Decreto 605” del 2012, che dettava le linee guida della Russia sulle seguenti questioni: la sovranità/integrità territoriale della Moldavia e sulle regioni separatiste filo-russe della Transnistria (in Moldavia), Abkhazia e Ossezia del Sud (in Georgia).

Per quanto riguarda il Trattato New START, il Cremlino ha giustificato tale decisione in base al controsenso nel consentire alla controparte statunitense di poter monitorare gli armamenti atomici russi, poiché indirettamente “avversaria” di Mosca nel conflitto ucraino, e alla necessità di includere Francia e Regno Unito nel Trattato. 

La reazione degli Stati Uniti è stata quella di invitare il Governo di Mosca a ripensarci in quanto  tale scelta viene concepita come incosciente e pericolosa, seppure lo stesso Presidente Joe Biden esclude che i russi utilizzeranno le testate nucleari.

Riguarda alla revoca della Russia del “Decreto 605”, si sono scatenate le preoccupazioni sia della compagine occidentale che dei Governi georgiano e moldavo. Infatti essi temono o reazioni violente dei filo-russi presenti in Transnistria, Abkhazia e Ossezia del Sud o il riconoscimento formale di Mosca dei suddetti territori come suoi. 

Contemporaneamente a questi avvenimenti, le Nazioni Unite, il 23 febbraio, hanno presentato una risoluzione per l’instaurazione di una pace completa, giusta e duratura in Ucraina. Nel testo è anche specificato l’impegno per la sovranità e l’integrità territoriale nei confronti del Governo di Kiev, la richiesta di un cessate il fuoco immediato e il ritiro delle truppe russe dall’Ucraina. Ad approvare tale risoluzione sono stati 141 Paesi, mentre i contrari erano 7 (Russia, Siria, Bielorussia, Corea del Nord, Nicaragua e Mali) e gli astenuti 32 (tra questi vi sono Cina, India, Iran, Cuba, Armenia e Kazakistan).

La Cina ha presentato il suo piano di pace per la guerra in Ucraina. Costituito in dodici punti, tratta varie argomentazioni che vanno dal rispetto della sovranità di tutti Paesi, rifiuto delle sanzioni economiche unilaterali e ricostruzione postbellica alle questioni umanitarie, dei prigionieri di guerra, delle armi nucleari e l’assoluta necessità di abbandonare la mentalità da guerra fredda.  

A detta di molti analisti, questo piano di pace non introduce concetti innovativi rispetto ai tentativi precedenti, ribadisce la posizione cinese sul conflitto, esalta punti emblematici sia per l’Ucraina che per la Russia, critica (velatamente) gli Stati Uniti e la NATO e non menziona la questione dei territori contesi dalle due parti belligeranti

Gli Stati Uniti hanno “bocciato” questo piano di pace cinese. Tale decisione è stata motivata per il contenuto giudicato privo di elementi fondanti volti ad instaurare una pace definitiva e giusta per l’Ucraina (nessuna condanna contro la Russia e non si menziona il ritiro dell’esercito di Mosca dal territorio bellico). 

Inoltre, l’Occidente esterna non poche preoccupazioni sulla possibilità che Pechino si stia allineando definitivamente con Mosca, idea supportata dalla volontà di queste due Superpotenze di rinforzare la loro partnership e dal sospetto che la Cina avrebbe dei piani per aiutare la Russia nel conflitto ucraino. Quest’ultimo elemento ha spronato il Segretario di Stato americano Anthony Blinken ad ammonire il Capo della Diplomazia Wang-Yi delle reali conseguenze se la Cina dovesse fornire materiale bellico alla Russia. Al momento non è chiara la posizione di Pechino su questo argomento, ma sottolinea quanto i rapporti tra la Cina e gli Stati Uniti siano tesi.

Ulteriore dimostrazione di ciò è rappresentato “dallaffaire dei palloni-spia”. Il tutto è incominciato agli inizi di febbraio quando uno di questi, appartenente alla Cina, è stato avvistato sopra i cieli degli Stati Uniti. A detta delle autorità americane, il velivolo in questione avrebbe spiato diverse basi militari (pure nucleari), per poi essere abbattuto nell’Oceano Atlantico.

Da questo episodio si sono scatenate una scia di polemiche, in cui l’amministrazione Biden ha ribadito la sua determinazione nel difendere la sovranità nazionale statunitense, accusando la Cina di averla violata

In aggiunta, il Governo di Washington ha deciso di rinviare il viaggio diplomatico del Segretario di Stato Anthony Blinken in Cina, in cui sarebbero stati trattati i temi riguardanti la salute, il clima, l’alimentazione e la governance mondiale, e ha inserito cinque aziende cinesi nella sua lista nera, in quanto coinvolti nei progettidei palloni-spia.

Il Governo di Pechino, invece, ha sostenuto la tesi secondo cui tale oggetto fosse nient’altro che un pallone sonda meteorologico sfuggito al controllo, rinfacciando gli statunitensi di aver adottato una reazione eccessiva sull’accaduto

Successivamente sono stati segnalati altri episodi riguardanti i palloni-spia: le autorità occidentali hanno affermato di aver abbattuto tre oggetti simili in Alaska e in Canada, divulgando pure la notizia secondo cui questi “palloni” sono stati avvistati in precedenza sui cieli europei, asiatici e dell’Amarica Latina; mentre le autorità cinesi hanno riportato avvistamenti di palloni-spia, attribuiti agli americani, sul Mar Giallo (vicino la provincia di Shandong), sopra i cieli del Tibet e Xinjiang e  in altre 10 occasioni nel corso del 2021, sempre nello spazio aereo cinese. 

Nonostante tutte queste tensioni, sia Cina che Stati Unti hanno l’intenzione di non distruggere i canali comunicativi, soprattutto se consideriamo la portata del commercio bilaterale tra queste due Superpotenze (nel 2022 il fatturato è stato di 690,6 miliardi di dollari) e le previsioni a ribasso della crescita economica per il 2023 (Stati Uniti: 0,5%; Cina: 4,3%).  

In conclusione, la postura reciproca assunta tra gli Stati Uniti e la Russia sottolinea quanto i rapporti, già gravemente compromessi, siano peggiorati ulteriormente. Ciò comporta, oltre all’ormai certezza dell’impossibilità di trovare nel breve termine una soluzione negoziata per porre fine al conflitto ucraino, alla seria possibilità dello scoppio di guerre in altri territori. 

Sarebbero presenti pure rischi di escalation nucleare, ma la questione del Trattato New START indicherebbe che, al momento, è in atto per lo più una “prova di forza” tra le due Superpotenze e non la loro determinazione ad utilizzare tali armamenti.

Pure i rapporti politici tra Stati Uniti e Cina sono in serie difficoltà e, nel breve periodo, non si registrerebbero miglioramenti. Al contrario, invece, quelli tra Pechino e Mosca potrebbero ulteriormente perfezionarsi in futuro.   

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