Due processi paralleli – la possibile introduzione di una moneta unica da parte di Brasile ed Argentina e le negoziazioni tra UE e Mercosur – sembrerebbero segnalare che l’America Latina si sta avvicinando ad una nuova epoca di cooperazione che potrebbe rivoluzionare gli equilibri globali.
La notizia di una possibile unione monetaria tra il Brasile e l’Argentina ha recentemente riaperto un importante dibattito sull’integrazione sudamericana e la direzione che questo processo potrebbe o dovrebbe prendere.
Dopo anni di stallo dovuti, almeno in buona parte, alle divergenze ideologiche dei leader della regione, l’insediamento del Presidente brasiliano Lula parrebbe aver aperto le porte ad una nuova era di cooperazione.
In tal senso, l’introduzione di una moneta unica, mossa che comporterebbe inevitabilmente la creazione di strutture comuni come una Banca Centrale, è da interpretarsi non come un accordo bilaterale tra lo stesso Brasile e l’Argentina, (le due forze trainanti dell’economia sudamericana, il cui commercio reciproco ammonta a circa 30 miliardi di dollari statunitensi per annum) bensì come un invito agli altri paesi della regione ad immaginare un futuro diverso, più interconnesso e meno dipendente da superpotenze esterne – in particolare gli Stati Uniti e la Cina.
In questo contesto, anche l’Unione Europea potrebbe giocare un ruolo importante. Una lunga (e travagliata) storia unisce il Vecchio Continente all’America Latina, ma i tempi potrebbero essere maturi per un importante balzo in avanti. La ormai prossima Presidenza spagnola del Consiglio dell’Unione Europea, infatti, potrebbe portare alla firma del trattato UE-Mercosur, ponendo fine ad anni di stallo e di indecisione.
L’entrata in vigore del trattato rivitalizzerebbe il commercio tra le due entità, e potrebbe dare nuovo slancio ad una serie di riforme interne al Mercosur volte a renderlo più compatto, snello ed efficace. Più in generale, una maggiore cooperazione con l’UE potrebbe offrire spunti di riflessione importanti sul processo di integrazione e sulla gestione delle molte complessità legate allo stesso, non da ultimo riguardo alle complicazioni legate all’introduzione di una moneta unica.
Pur riconoscendo le particolarità del caso sudamericano, vi è un numero sufficiente di somiglianze tra il Mercosur e la Comunità Europea nella sua ‘infanzia’ tale da rendere istruttiva la comparazione tra i due.
Nonostante alcune criticità potenzialmente fatali – la Francia rimane scettica, in particolare nei riguardi delle clausole sui prodotti agricoli, mentre il gruppo di europarlamentari verdi teme che i meccanismi per la salvaguardia della foresta amazzonica non siano abbastanza robusti e il Brasile e l’Argentina preferirebbero mantenere alcune misure di protezione per le loro industrie – un cauto ottimismo a Bruxelles, Brasilia e Buenos Aires lascerebbe presagire la firma del trattato nell’imminente futuro. Le mutate circostanze geopolitiche hanno spinto anche quei paesi tradizionalmente più riluttanti ad interessarsi alla questione, aprendo potenzialmente le porte ad una nuova era di profonda cooperazione.