Tsai Ing-wen ha esteso il periodo di leva obbligatoria a un anno, necessaria nell’ambito della strategia difensiva. «Nessuno vuole la guerra, ma la pace non cade dal cielo. Dobbiamo essere preparati a una guerra per evitare la guerra».
«Nessuno vuole la guerra, ma la pace non cade dal cielo. Dobbiamo essere preparati a una guerra per evitare la guerra». Così Tsai Ing-wen, presidentessa di Taiwan, ha esordito durante l’annuncio dell’estensione della leva militare obbligatoria a un anno. Questa decisione è stata presa per aumentare il livello di preparazione delle truppe dell’isola irredenta nell’ipotesi (ormai non tanto ipotesi) di un’invasione cinese.
La coscrizione obbligatoria inizierà dal 1 gennaio 2024 per tutti i cittadini maschi nati dopo il 1 gennaio 2005. L’addestramento militare sarà interamente rivisto, verranno incluse esercitazioni live-fire e aumentata la preparazione al cyberwarfare e alla difesa da sistemi elettronici e robotizzati. Inoltre, la paga prevista sarà aumentata, per far sì che il periodo di leva abbia un impatto sociale minore.
Questa scelta deriva dalla presa di coscienza riguardo alla necessità del paese di garantire difesa e sicurezza ai suoi cittadini grazie alle Forze Armate. Si tratta quindi di una scelta di autodeterminazione, che non è dettata dalle pressioni esterne statunitensi. Gli Stati Uniti stanno comunque da tempo aiutando Taiwan ad armarsi – la strategia che si sta mettendo in atto è comunemente conosciuta come “strategia del porcospino”.
Grazie alla “strategia del porcospino”, gli Stati Uniti stanno rendendo Taiwan difficilmente attaccabile, ma senza che l’aggressore cinese subisca danni ingenti e, allo stesso tempo, abbia la possibilità di penetrare nell’Oceano Pacifico. Nonostante tutto questo, l’annuncio di Tsai evidenzia che la difesa dell’isola deve essere concepita e costruita partendo dal livello interno come una forma di strategia collettiva e come uno strumento di consapevolezza strategica.