Svezia e Finlandia sono ormai prossime all’ingresso in NATO: nel nuovo Piano Strategico c’è un po’ di Artico in più.
Il Vertice NATO di Madrid è terminato da pochi giorni; tra i temi principali, ampio spazio al conflitto russo-ucraino, ma anche alla possibilità d’ingresso nell’Alleanza, di Svezia e Finlandia. I due paesi hanno ottenuto il si della Turchia a seguito di un memorandum d’intesa riguardo l’estradizione dei kurdi. La condizione posta da Ankara era di fatto l’unico ostacolo per Helsinki e Stoccolma, ma una volta raggiunto l’accordo c’è stato il via libera. Ad ogni modo, la NATO, estesa verso nord con i due player scandinavi, promette di essere più orientata verso l’Artico e i problemi ivi presenti. Questo è quanto emerso dal Vertice, ma le dichiarazioni di ammiragli e comandanti supremi, vanno prese con le pinze e analizzate.
Al momento va sottolineato che la procedura d’ingresso per Svezia e Finlandia non è ancora completa, ma c’è solo un benestare unanime da parte degli stati membri NATO. Certo è che con la NATO nell’Artico, potrebbero configurarsi dei cambiamenti significativi, specie nel gioco delle forze contro la Russia.
Questa è un’ipotesi, in quanto potrebbe essere vero anche il contrario, ovvero che l’impronta NATO nella regione, non porti alcun giovamento. Il punto è che l’Artico conosce già la potenza dell’Alleanza. Solo qualche mese fa, ad esempio, la marina norvegese e le forze alleate, hanno dato vita a “Cold Response”, una missione di esercitazione e monitoraggio delle acque artiche che ha visto coinvolti praticamente tutti gli stati membri. Da tenere presente, che la missione, seppur programmata mesi prima, è avvenuta a ridosso del primo periodo del conflitto russo-ucraino, con tutte le tensioni che potevano derivarne.
Sull’onda dell’entusiasmo, si pensa che con Svezia e Finlandia, la NATO sarà più orientata ad impegnarsi per l’Artico. Tuttavia bisogna sottolineare che nell’orbita dell’Alleanza, c’è anche la Norvegia, paese più propriamente artico, con il quale è stato già dato sfoggio delle capacità e dell’impegno militare, atto a creare deterrenza in chiave anti-russa.
Oltre a questo, negli obiettivi della NATO potrebbero rientrare le nuove rotte marittime, che favoriranno il transito delle imbarcazioni, ovviamente militari. L’Artico non sarà più lo stesso comunque. L’ingresso di due nuovi paesi, l’uno confinante, l’altro in prossimità della Russia, è destinato ad avere reazioni e conseguenze. In sostanza è probabile che questo nuovo assetto porterà con sé una scia di tensioni con Mosca, i cui risultati saranno incerti. È improbabile che la Russia resti a guardare le nuove manovre, le nuove esercitazioni e i nuovi presidi, senza batter ciglio.
Il Vertice di Madrid comunque, si è rivelato utile non solo per gli scandinavi. Infatti l’incontro aveva alla base l’adozione il di un nuovo Piano Strategico. L’ultimo Piano Strategico dell’Alleanza, risale al 2010, ma oggi le sfide sono cambiate, ed anche alla luce della guerra in Ucraina, si è resa necessaria una riorganizzazione della strategia.
Le priorità della sicurezza, le alleanze e le esercitazioni saranno centrali, ma è probabile che verrà ripristinato anche lo stato d’allarme e le misure di contrasto alla Russia. Mosca avrà sicuramente un posto di rilievo nei pensieri dei membri NATO, anche se il principale concorrente strategico sarà la Cina. Con Pechino i punti di tensione sono tanti e non si esclude che uno di questi possa essere anche l’Artico. Per gli attori dell’Alleanza, la prospettiva NATO per l’Artico sembra essere buona, tuttavia le istanze della regione sono ben diverse dal mero controllo militare.