In occasione del meeting di Shangri-La di Singapore, il Primo ministro giapponese Kishida ha esposto i suoi piani per la stabilità della regione indo-pacifica.
Il meeting di Shangri-La sulla sicurezza in Asia è organizzato dall’International Institute for Strategic Studies e, oramai giunto alla diciannovesima edizione, rappresenta una piattaforma importante per la politica internazionale. Tra i partecipanti numerosi ministri di difesa e esteri dei Paesi dell’area, tra cui anche il Segretario della Difesa statunitense Lloyd Austin.
Il Primo ministro giapponese Kishida Fumio ha approfittato dell’occasione per delineare con precisione l’indirizzo strategico giapponese, basato essenzialmente sul principio di “Indo-Pacifico libero e aperto”. Questo si basa essenzialmente su cinque pilastri che andranno a ispirare l’azione politica giapponese sul piano internazionale: promuovere lo stato di diritto internazionale, rafforzare le capacità di difesa nazionale, impegnarsi per la denuclearizzazione, lavorare a una riforma del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e migliorare la cooperazione internazionale soprattutto in materia economica.
Il fulcro della strategia risiede nella ferma opposizione agli attori della regione che intendono cambiare lo status quoattraverso l’uso della forza: Cina in primis, ma anche Corea del Nord e Russia. È anche chiaro che il principale dominio di interesse è quello marittimo, considerata l’importanza cruciale delle rotte marittime che attraversano principalmente il Mar Cinese Meridionale e importanti choke point come lo Stretto di Malacca.
Al fine di garantire la stabilità regionale e la libertà di navigazione, il rispetto dello stato di diritto internazionale è il principio ispiratore della strategia giapponese in materia: la necessità di una rafforzata e rinnovata governance del mare ha portato il Primo ministro a delineare un piano da due miliardi di dollari che prevede piani di addestramento e assistenza economica e materiale alle guardie costiere dei Paesi della regione. Infine, Kishida ha annunciato che questa visione diventerà un piano concreto che verrà presentato entro la primavera del 2023.
È importante notare come, pur prevedendo grandi investimenti sulle forze aeronavali classiche, questo processo metta in risalto il potenziale delle guardie costiere e delle altre agenzie governative di maritime law enforcement. Il ruolo delle guardie costiere è sempre più centrale nella regione, soprattutto grazie al minor peso politico derivante dal loro impiego rispetto alle forze navali propriamente dette. Avendo poi il Giappone grandi limitazioni circa il dispiegamento delle proprie forze militari all’estero, la guardia costiera rappresenta uno strumento flessibile e efficace per proiettare la propria influenza politica nella regione.
Il discorso di Kishida è quindi fondamentale per comprendere le aspirazioni strategiche del Giappone, che non è più limitato ad un ruolo ancillare rispetto alla politica estera statunitense. Pur essendo totalmente in linea con Washington, nella visione di Kishida il Giappone è in grado di elaborare e perseguire una propria strategia originale, un passo necessario per rispondere alla sfida posta dall’ascesa cinese.