Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha nominato alla presidenza della Federal Trade Commission Lina Khan, una giovanissima professoressa della Columbia Law School nota per le sue forti critiche ai Big Tech.
Il 15 giugno 2021 Lina Khan ha preso il posto di Rebecca Slaughter come Presidente Federal Trade Commission, l’Agenzia del governo statunitense responsabile dell’applicazione delle leggi antitrust. La scelta, ricaduta sulla trentaduenne docente della Columbia, invia un segnale inequivocabile ai giganti delle multinazionali digitali, contro le quali Khan ha sempre rivolto durissime critiche.
Lina Khan, nata nel 1989 a Londra da genitori pakistani e trasferitasi negli Stati Uniti all’età di 11 anni, ha conquistato la popolarità durante i suoi studi presso l’Università di Yale pubblicando uno studio in cui analizzava fallimenti e inadeguatezze delle leggi antitrust federali. In particolare, aveva attirato l’attenzione sulla giovane ricercatrice, l’aspra critica ad Amazon, che aveva altresì suscitato l’attenzione e il plauso di molti politici ed accademici democratici.
Il Senato, con 69 voti favorevoli, ha nominato così la Presidente più giovane di sempre alla guida della FTC che in questi mesi, molto probabilmente, si occuperà di regolamentare l’atteggiamento sul mercato di grandi colossi come Amazon, Facebook, Google e Apple. La Commissione lavora già da tempo alla questione e la scelta della professoressa Khan dimostra la chiara volontà di imprimere un’accelerata a questo percorso.
La nomina, oltre a rappresentare un posizionamento chiaro da parte dell’amministrazione, offre un segnale che molti progressisti aspettavano da tempo: la ferma volontà di volere agire contro le grandi aziende che, soprattutto durante la pandemia, hanno incrementato i loro profitti in maniera esponenziale.
La Commissione sarà composta anche da altri 4 membri, due democratici e due repubblicani, e avrà mandato settennale, anche se la Khan porterà a compimento il suo mandato a settembre 2024, in concomitanza con la fine dell’amministrazione che l’ha nominata. “Un rischio che emerge su tutta la linea è che la capacità di dominare un mercato offre alle aziende la capacità di espandersi in mercati adiacenti” ha affermato la neo Presidente, che ha anche aggiunto che gli enti regolatori dovrebbero controllare più e meglio di quanto facciano oggi.
È stato evidente come la nomina abbia colpito nel segno, dal fatto che nessuno dei colossi dei servizi informatici americani abbia deciso di commentare la notizia. Molti dei giganti Big Tech conoscevano già Lina Khan per la sua inchiesta, durata 16 mesi, relativa al problema della concorrenza tra piattaforme digitali, a cui aveva lavorato in qualità di assistente della commissione giudiziaria della Camera dei Deputati.
Sia la senatrice Amy Klobuchar, che la sua collega Elizabeth Warren, hanno espresso grandi apprezzamenti per la nomina della nuova Presidente, confidando nelle sua conoscenze e nelle sue capacità, così come nella sua determinazione nel combattere i regimi di monopolio.
Carl Szabo, vicepresidente di NetChoice, ha commentato il nuovo incarico alla FTC come una svolta verso la politicizzazione dell’Agenzia. È indubbio che, al di là delle opinioni, la scelta di nominare una persona dal profilo così definito sul tema, sia stata una scelta dichiaratamente politica.
Biden e la sua amministrazione, con questa nomina, hanno reso evidente il loro posizionamento sul tema. Riusciranno a reggere questa battaglia o le richieste e i bisogni dettati dalla pandemia renderanno più difficile questo percorso? La vera domanda è se Stati Uniti siano, ad oggi, nelle condizioni di permettersi una guerra ai Big Tech che dominano in tutto il globo, ormai più dello stesso Stato in cui risiedono.