L’India ha diffuso una bozza di Arctic policy per sollecitare una discussione pubblica. Non resta che aspettare il documento ufficiale, ma già si intravedono i principi cardine.
La regione artica è sempre più un affare globale. Mentre il Consiglio Artico valuta l’allargamento dei membri osservatori esaminando la recente application dell’Estonia, si amplia il numero degli Stati che redigono una strategia specifica per l’Artico, tra cui anche l’India, Paese ben lontano dall’essere artico.
Già durante il periodo di colonizzazione britannica l’India prende parte allo Svalbard Treaty che oltre ad assegnare la sovranità dell’arcipelago delle isole Svalbard alla Norvegia, permette ai Paesi firmatari il libero accesso alla regione per motivi che non siano militari. Il 2013 segna per l’India e per altri Paesi un anno di importante svolta in ottica artica, entrando a far parte del Consiglio Artico come membro osservatore. Status, che dopo i primi cinque anni, è stato rinnovato nel 2018. Già dal 2007 l’India ha intrapreso un percorso di engagement in Artico relativo soprattutto al campo scientifico con la prima spedizione e con la fondazione, nel 2008, della base di ricerca Himadri alle Svalbard e di due osservatori a Ny Alesund e Kongsfjorden.
Ma ora l’India intende fare un passo in avanti. Con la diffusione di una strategia ufficiale si rendono globalmente noti gli obiettivi che lo Stato ha per la regione in oggetto in ottica di partenariati, collaborazioni, territorialità e opportunità commerciali. Il draft diffuso propone cinque temi principali che caratterizzeranno l’engagement indiano in Artico: ricerca scientifica, sviluppo umano ed economico, connettività, governance globale e collaborazione internazionale, sviluppo delle capacità delle risorse umane indiane. Il punto della ricerca scientifica merita particolare attenzione per il forte impatto del cambiamento climatico e la stretta connessione tra le condizioni ambientali artiche e il sistema dei monsoni e dell’ambiente himalayano: “there are several synergies between polar studies and the study of the Himalayas. Arctic research will help India’s scientific community to study melting rates of the third pole – the Himalayan glaciers, which are endowed with the largest freshwater reserves in the world outside the geographic poles”.
La necessità di redigere strategie relative alla regione artica da parte di Stati tanto distanti dal Circolo Polare Artico testimonia due fattori principali: la transnazionalità dei fenomeni ambientali che impatta direttamente sugli ecosistemi di Paesi estremamente lontani dalla regione in oggetto e la percezione che in Artico si gioca una partita geopolitica fondamentale per il futuro assetto mondiale. Probabilmente non si arriverà mai ad un diretto confronto, ma l’equilibrio geopolitico artico sarà il riflesso di partite che si giocano altrove e avere uno spazio in un’arena che, nell’interesse di tutti, è meglio che rimanga pacifica, diventerà sempre più importante.
La regione artica è sempre più un affare globale. Mentre il Consiglio Artico valuta l’allargamento dei membri osservatori esaminando la recente application dell’Estonia, si amplia il numero degli Stati che redigono una strategia specifica per l’Artico, tra cui anche l’India, Paese ben lontano dall’essere artico.
Già durante il periodo di colonizzazione britannica l’India prende parte allo Svalbard Treaty che oltre ad assegnare la sovranità dell’arcipelago delle isole Svalbard alla Norvegia, permette ai Paesi firmatari il libero accesso alla regione per motivi che non siano militari. Il 2013 segna per l’India e per altri Paesi un anno di importante svolta in ottica artica, entrando a far parte del Consiglio Artico come membro osservatore. Status, che dopo i primi cinque anni, è stato rinnovato nel 2018. Già dal 2007 l’India ha intrapreso un percorso di engagement in Artico relativo soprattutto al campo scientifico con la prima spedizione e con la fondazione, nel 2008, della base di ricerca Himadri alle Svalbard e di due osservatori a Ny Alesund e Kongsfjorden.
Ma ora l’India intende fare un passo in avanti. Con la diffusione di una strategia ufficiale si rendono globalmente noti gli obiettivi che lo Stato ha per la regione in oggetto in ottica di partenariati, collaborazioni, territorialità e opportunità commerciali. Il draft diffuso propone cinque temi principali che caratterizzeranno l’engagement indiano in Artico: ricerca scientifica, sviluppo umano ed economico, connettività, governance globale e collaborazione internazionale, sviluppo delle capacità delle risorse umane indiane. Il punto della ricerca scientifica merita particolare attenzione per il forte impatto del cambiamento climatico e la stretta connessione tra le condizioni ambientali artiche e il sistema dei monsoni e dell’ambiente himalayano: “there are several synergies between polar studies and the study of the Himalayas. Arctic research will help India’s scientific community to study melting rates of the third pole – the Himalayan glaciers, which are endowed with the largest freshwater reserves in the world outside the geographic poles”.
La necessità di redigere strategie relative alla regione artica da parte di Stati tanto distanti dal Circolo Polare Artico testimonia due fattori principali: la transnazionalità dei fenomeni ambientali che impatta direttamente sugli ecosistemi di Paesi estremamente lontani dalla regione in oggetto e la percezione che in Artico si gioca una partita geopolitica fondamentale per il futuro assetto mondiale. Probabilmente non si arriverà mai ad un diretto confronto, ma l’equilibrio geopolitico artico sarà il riflesso di partite che si giocano altrove e avere uno spazio in un’arena che, nell’interesse di tutti, è meglio che rimanga pacifica, diventerà sempre più importante.