William J.Burns è il primo diplomatico di carriera nella storia americana a ricoprire il ruolo di capo della CIA. Compie il percorso inverso rispetto all’ormai ex Segretario di Stato Mike Pompeo, il quale dopo la breve parentesi alla guida della Central Intelligence Agency venne nominato titolare della diplomazia statunitense da Donald Trump.
Dopo la vittoria di Biden, il nome di Burns- che poco prima delle elezioni aveva vergato un articolo sullo stato dell’arte della diplomazia USA– era indicato tra i papabili Segretari di Stato dell’amministrazione Biden; ma poi la scelta è ricaduta su Tony Blinken. La nomina di Burns, che subentra a Gina Haspel, apre prospettive interessanti in ottica di una maggiore osmosi tra Dipartimento di Stato e CIA, le principali agenzie federali che definiscono e conducono la politica estera statunitense. Perché è proprio lui l’uomo giusto a realizzare tale obiettivo?
Leale, temperamento mite, propenso all’ascolto e incline alla mediazione, conosce fluentemente l’arabo e il russo, William Burns ha lavorato per 30 anni all’interno del Dipartimento di Stato. Funzionario di alto livello con William Christopher e Madeleine Albright come Segretari di Stato, ambasciatore prima in Giordania, poi in Russia dal 2005 al 2008, non svolge più incarichi diplomatici dal 2014, quando cessò le sue funzioni da Vicesegretario di Stato dell’amministrazione Obama. Dal 2015 presiede il Carnegie Endowment for International Peace, istituto dedito alla politica estera e favorevole agli impegni internazionali degli Stati Uniti.
Inoltre, Burns fu protagonista di un’operazione sotto copertura come intermediario segreto durante i primi contatti con l’Iran, che culminarono poi nell’accordo sul nucleare del 2015. È in quell’occasione che acquisì dimestichezza con l’attività di intelligence estera. Da capo della CIA, adesso, si focalizzerà sulle questioni tecnologiche a supporto dell’attività di intelligence, dossier ineludibile per la conduzione della politica estera di un Paese così impegnato a livello internazionale come gli Stati Uniti. Dunque, oltre ai rapporti con Russia e Iran- di cui Burns ha piena competenza e consapevolezza-, un occhio di riguardo verrà rivolto alla Cina, la cui ascesa tecnologica rappresenta una minaccia costante per l’attività d’intelligence statunitense.
A ciò è intrinsecamente collegata la coordinazione con gli alleati dei Five Eyes e la costruzione delle reti 5G nel mondo. Non a caso, Burns ha commentato la sua nomina definendo l’intelligence come “la prima linea per difendere il Paese e la base per prendere decisioni politiche valide”.