Norvegia: dove c’è il carbone ci sarà gas naturale o biopellet. Un piano che attende maggiori dettagli, e che potrebbe segnare la vera svolta per il paese scandinavo.
Niente più carbone per la Norvegia? Sembrerebbe di si. Non sono ancora definiti i dettagli del progetto ma. sembra che le autorità norvegesi, stiano lavorando per dare vita ad un nuovo piano energetico a Longyearbyen, principale centro abitato dell’arcipelago delle Svalbard.
Una soluzione che andrebbe a sostituire quella attuale, basata prevalentemente sui combustibili fossili, carbone in particolare. Si tratterebbe, stando alle prime informazioni, di un piano maggiormente orientato al rispetto dell’ambiente. Per ora, si tratterebbe soltanto di proclami: il progetto sarà elaborato per una futura presentazione, forse nel 2022.
Attualmente a Longyearbyen vi è la Heat and Power Plant, quale unico produttore di energia a carbone di tutta la Norvegia; ed è anche la più settentrionale del mondo. L’idea di apportare soluzioni energetiche pulite ed ecologiche non nasce dal nulla, ma è frutto di ricerche che hanno consentito di compiere passi importanti nella fattibilità di tale progetto.
La ministra dell’energia Tina Bru, che si occupa anche del petrolio ha presentato con entusiasmo l’approccio rispettoso dell’ambiente che il progetto apporterebbe. Se, le linee guida necessarie alla realizzazione saranno efficaci, la Norvegia potrebbe disporre di una soluzione energetica, non solo efficiente, ma anche non inquinante. Il piano sarà presentato quest’anno, ma ne occorreranno almeno due, secondo le fonti ministeriali.
Nel concreto, cosa si sta pensando di produrre in Norvegia, non è ancora definito. Da quanto trapela potrebbe trattarsi di gas naturale, ma anche biopellet. Ciò che pare certo, è che si tratta di soluzioni rinnovabili. Inevitabilmente questo porterà alla chiusura della miniera di Longyearbyen, l’ultima rimasta in mano ai norvegesi. L’incognita tuttavia, sta anche in quelle che saranno le reazioni dell’opinione pubblica, in particolare degli ambientalisti, spesso critici con l’atteggiamento “bidirezionale” di Oslo, sul settore energetico.
La notizia, se presentata in questi termini, non può che lasciare qualche spiraglio di positività in funzione del rispetto dell’ambiente. Tuttavia, bisognerà aspettare la definizione dei dettagli e l’ufficialità del piano per avere un’idea della fattibilità e, soprattutto, dell’effettiva funzione ecologica del progetto.
Si è ampiamente parlato della Norvegia che mantiene due distinti atteggiamenti, promuovendo, da un lato l’utilizzo di energie rinnovabili e città senza automobili, e dall’altro mostrandosi come un player di tutto rispetto nel settore petrolifero. Bisogna però sottolineare che, riguardo le Isole Svalbard, Oslo si è mossa già in precedenza, nell’arco del 2020, promuovendo iniziative che di fatto, hanno reso più complicate le attività delle petroliere, intorno alle coste dell’arcipelago. Dunque la Norvegia è ancora lontana dalla definizione del progetto rispettoso dell’ambiente. Allo stesso tempo però, sembra essere ancora lontano, un approccio univoco, complice anche, la volontà di non alterare il fragile equilibrio nell’area; equilibrio nel quale, la Norvegia detiene un posto di prestigio, come una delle più importanti realtà economiche.