L’avvio dei lavori nel sito di Kvanefjeld per l’estrazione di terre rare sembra poter diventare realtà a breve. Un altro step è stato superato. Ci si avvia verso il periodo decisivo.
Si tratta di un evento epocale quello che sembra in dirittura di arrivo in Groenlandia. L’estrazione di terre rare dal sito di Kvanefjeld, stimato come il più grande al mondo, potrebbe cambiare per sempre la realtà groenlandese. Una fonte economica che potrebbe alleggerire la dipendenza dal sussidio di Copenhagen, la creazione di nuovi posti di lavoro e l’arrivo di multinazionali straniere sono una faccia della medaglia. L’altra porta con sé un incentivo alla strada verso l’indipendenza, nella quale i partner australiani e cinesi preferirebbero non essere coinvolti, la necessità di lavoratori altamente specializzati che lascia poco spazio alla già difficile situazione occupazionale locale e un impatto ambientale che, per quanto controllato e regolamentato, avrà degli effetti su un ecosistema estremamente delicato e su una altissima dipendenza della popolazione locale dallo stesso ecosistema.
Un altro passo è stato compiuto nella direzione dell’avvio dei lavori. Dopo l’approvazione dell’Environmental Impact Assessment (EIA) avvenuta lo scorso settembre che certificava la regolarità della valutazione di impatto ambientale del progetto, si è proceduto alla traduzione del documento nella lingua locale. Prossimo e, probabilmente ultimo passo, sono le consultazioni pubbliche. Il supporto politico per l’avvio del progetto è stato già espresso dal Parlamento e il giovane Ministro delle risorse naturali Jens Frederik Nielsen si dichiara entusiasta della reale possibilità dell’avvio dei lavori e ne sottolinea i vantaggi: “This is an important mine. It will create jobs and economic growth. It would be great if we were already at the finishing line, but we must of course follow the law and the process must be allowed to be played out”.
Jørn Skov, Executive Managing Director della Greenland Minerals delinea invece il ruolo che l’avvio della miniera potrà avere in ottica green e in materia di occupazione: “Greenland can deliver 15-20 percent of what is needed to drive the green transition. This is the world’s greatest challenge, and imagine that Greenland can help solve this. Meanwhile, Kuannersuit may also solve some of Greenlands own fundamental economic problems”.
Le voci dei realizzatori del progetto delineano uno scenario inevitabile e necessario per il futuro groenlandese per tutti gli aspetti sopra citati. L’epicità dell’evento è indiscutibile perché, se mai verrà avviato, sconvolgerà le vite di un popolo profondamente dipendente dall’ambiente in cui vive. L’ennesima sfida, forse la più grande, sta per essere lanciata. Un punto di incontro tra le necessità economiche, volere politico e conservazione e protezione di un ecosistema fragile e in rapida destabilizzazione può e deve essere trovato. La resilienza groenlandese giocherà un ruolo importante in questa nuova e difficile partita.