I leader europei hanno trovato un accordo sul bilancio a lungo termine dell’UE e hanno discusso importanti questioni dell’agenda internazionale, dal partenariato con gli USA alle relazioni con la Turchia.
Bilancio europeo e Recovery Fund, Covid-19 e vaccini, cambiamenti climatici e politica energetica, sicurezza e misure di contrasto al terrorismo, oltre che numerose questioni di politica estera che riempiono l’agenda internazionale dell’Unione europea, sono i temi discussi dai Capi di Stato e di governo dei 27 Stati membri dell’UE, riunitisi per il Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre 2020. Si è trattato di un incontro intenso, che si è aperto con un omaggio all’ex presidente francese Valéry Giscard d’Estaing, tra i maggiori sostenitori del progetto europeo, scomparso lo scorso 2 dicembre.
I leader europei sono giunti ad importanti conclusioni su diversi fronti, primo fra tutti quello del bilancio a lungo termine dell’UE per il periodo 2021-2027. Il veto posto da Polonia e Ungheria al meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto proposto dalla Commissione europea relativamente all’erogazione dei fondi strutturali, infatti, aveva generato un’impasse da cui sembrava difficile uscire. Tuttavia, il Consiglio europeo ha concordato una serie di misure in risposta alle preoccupazioni sollevate, raggiungendo un importante risultato che ha permesso di sbloccare il Recovery Fund e quindi di dare avvio a Next Generation EU, lo strumento di ripresa da 750 miliardi di euro adottato nell’ambito del nuovo quadro finanziario pluriennale.
Per quanto riguarda l’agenda internazionale, i leader europei si sono concentrati principalmente su due questioni: le relazioni UE-USA e le relazioni UE-Turchia. I leader europei si dicono pronti a collaborare con la nuova amministrazione statunitense su questioni prioritarie condivise, evidenziando la necessità di consolidare un partenariato strategico transatlantico fondato su interesse comuni e valori condivisi. È stato più complesso, invece, tornare ad affrontare il controverso tema delle relazioni con la Turchia, di cui il Consiglio europeo aveva già discusso durante il vertice di ottobre.
Pur riconoscendo l’importanza del dialogo e della cooperazione con la Turchia, i leader europei hanno ribadito la necessità di tutelare gli interessi dell’UE e dei suoi Stati membri, nonché la stabilità regionale, condannando le azioni unilaterali, le provocazioni e la retorica anti-UE di Ankara, con particolare riferimento alle attività di trivellazione non autorizzate, compiute dalla nave Oruc Reis nel Mediterraneo orientale, e alla riapertura della località di Varosha a Cipro, in violazione delle risoluzioni 550 e 789 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Pertanto, il Consiglio europeo ha deciso di estendere le misure restrittive e sanzionatorie nei confronti di persone, entità e organismi responsabili o coinvolti in attività irregolari di trivellazione o estrazione di idrocarburi, già adottate dal Consiglio con decisione dell’11 novembre 2019.
I leader europei, dunque, hanno dimostrato la volontà dell’UE di tutelare gli interessi, i diritti e i valori europei. Tuttavia, hanno mostrato cautela nell’approccio adottato nei confronti di Ankara, riconoscendo la Turchia come partner strategico con cui sviluppare relazioni di interesse reciproco, non solo di tipo economico e commerciale, ma anche di cooperazione in materia di migrazione. È per questo motivo che hanno ribadito l’offerta di un’agenda positiva UE-Turchia, a patto che Ankara si dimostri aperta al dialogo e al rispetto del diritto internazionale.