L’americana Polar Star dopo decenni di navigazione dedicati alla ricerca antartica salpa per le acque del Polo Nord. Perchè questo cambio di rotta?
Le flotte delle rompighiaccio in Artico hanno da sempre rappresentato un rilevante indicatore della “capacità artica” di un Paese e la rilevanza della regione stessa nei piani strategici nazionali. Dal prospetto di seguito è evidente come emerga il predominio russo sia a livello numerico che a livello di potenza della flotta. Leader nel suo genere, la classe Arktika rappresenta al momento il top della tecnologia applicata alla potenza: rompighiaccio a propulsione nucleare che assistono navi cargo lungo le rotte polari, specialmente lungo la Northern Sea Route.

La Russia rinforza il suo predominio con il lancio della nuovissima Arktika, che per il suo primo viaggio di esplorazione, è partita da Murmansk lo scorso 14 Novembre. Ora che il ghiaccio artico è in formazione, l’opportunità e il periodo è esemplare per testare le capacità della nuova rompighiaccio afferma il Direttore di Atomflot Leonid Irlitsa.
Il predominio russo certo non sembra essere in discussione, ma diversi Stati stanno organizzandosi per far fronte alle crescenti opportunità che lo scioglimento dei ghiacci può generare. La Cina prevede la costruzione di una prima rompighiaccio a propulsione nucleare, mentre gli Stati Uniti, solo recentemente, hanno dato un nuovo impulso alla flotta rompighiaccio.
In un memo dell’amministrazione Trump diretta al Defense, State, Commerce and Homeland Security departments e all’Office of Management and Budget, si richiede un “assessment of expanded operational capabilities, with estimated associated costs, for both heavy and medium [polar security cutters] not yet contracted for, specifically including the maximum use of any such PSC with respect to its ability to support national security objectives”. Il piano quindi prevede la costruzione di sei nuove rompighiaccio previste entro il 2029 e di rendere operative quelle che già fanno parte della flotta, che al momento sono sprovviste di contratto.
Le flotte delle rompighiaccio in Artico hanno da sempre rappresentato un rilevante indicatore della “capacità artica” di un Paese e la rilevanza della regione stessa nei piani strategici nazionali. Dal prospetto di seguito è evidente come emerga il predominio russo sia a livello numerico che a livello di potenza della flotta. Leader nel suo genere, la classe Arktika rappresenta al momento il top della tecnologia applicata alla potenza: rompighiaccio a propulsione nucleare che assistono navi cargo lungo le rotte polari, specialmente lungo la Northern Sea Route.
La Russia rinforza il suo predominio con il lancio della nuovissima Arktika, che per il suo primo viaggio di esplorazione, è partita da Murmansk lo scorso 14 Novembre. Ora che il ghiaccio artico è in formazione, l’opportunità e il periodo è esemplare per testare le capacità della nuova rompighiaccio afferma il Direttore di Atomflot Leonid Irlitsa. Il predominio russo certo non sembra essere in discussione, ma diversi Stati stanno organizzandosi per far fronte alle crescenti opportunità che lo scioglimento dei ghiacci può generare.
La Cina prevede la costruzione di una prima rompighiaccio a propulsione nucleare, mentre gli Stati Uniti, solo recentemente, hanno dato un nuovo impulso alla flotta rompighiaccio. In un memo dell’amministrazione Trump diretta al Defense, State, Commerce and Homeland Security departments e all’Office of Management and Budget, si richiede un “assessment of expanded operational capabilities, with estimated associated costs, for both heavy and medium [polar security cutters] not yet contracted for, specifically including the maximum use of any such PSC with respect to its ability to support national security objectives”.
Il piano quindi prevede la costruzione di sei nuove rompighiaccio previste entro il 2029 e di rendere operative quelle che già fanno parte della flotta, che al momento sono sprovviste di contratto. Nel frattempo la Polar Star, unica rompighiaccio pesante della flotta americana, navigherà nel Mar Glaciale Artico per proteggere la sovranità americana nella regione, a testimonianza che anche per gli Stati Uniti l’Artico non è più solo una regione emergente, ma una regione di interesse e sicurezza nazionale fondamentale.