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Il G20 di Riyad si è concluso ieri, 22 novembre, senza il raggiungimento di un accordo comune sulla strategia di ripresa e distribuzione vaccinale nel post-pandemia. Tuttavia, quello che è emerso dai meetings tra i leaders G20 è stata la retorica sempre più internazionalista di Pechino e il suo impegno importante nella ricerca di un vaccino anti-Covid.
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Xi Jinping, nel video introduttivo alla prima giornata di lavori, ha presentato una visione del mondo post-pandemia che tiene a cuore i principali interessi politici e commerciali cinesi. Xi ha speso una buona parte delle sue parole sottolineando quanto la cooperazione internazionale sia fondamentale nella produzione e distribuzione di un vaccino anti-Covid accessibile a tutti, compresi i paesi in via di sviluppo. Il Presidente ha ricordato che la Cina partecipa, insieme ad altri 185 paesi ma non gli Stati Uniti, all’iniziativa COVAX, pensata per garantire la completa accessibilità al vaccino per tutti i paesi del mondo. Focalizzandosi sulla lotta contro la pandemia, Xi ha proposto l’introduzione di un meccanismo globale di riconoscimento dello stato di buona salute, una sorta di passaporto sanitario, basato su codici QR. Questo sistema è attualmente in uso in Cina e consente ai cittadini di accedere ai trasporti e a spazi chiusi solo dopo aver mostrato un codice QR di colore verde, ad indicare la condizione covid-free, attraverso applicazioni di uso quotidiano come WeChat e Alipay. La proposta di Xi va nella direzione di facilitare il movimento delle risorse umane, esperti, businessman e turisti, attraverso la rimozione della quarantena obbligatoria all’arrivo in molti paesi, Cina compresa. Il segnale è quindi quello di una rinnovata apertura all’ingresso di cittadini stranieri; tuttavia, la sicurezza sanitaria, al momento, è l’obiettivo prioritario del Partito, per cui ogni ingresso verrà posticipato fino a quando non ci saranno le condizioni per determinare lo stato di salute del cittadino straniero.
Xi Jinping ha usato la piattaforma G20 anche per ribadire la sua visione per una globalizzazione economica inclusiva e priva di protezionismo, unilateralismo e misure come dazi e tariffe. Insomma, un riferimento piuttosto chiaro all’America di Donald Trump. Proprio negli ultimi giorni è stata resa nota la notizia della vendita da parte di Huawei del brand di elettronica di consumo Honor ad un consorzio cinese supportato dallo stato. La ragione di questo accordo sembra essere l’impossibilità di Huawei di procurarsi tutti i componenti necessari a produrre gli apparecchi Honor, a causa del divieto di esportazione di tecnologia critica imposto dall’amministrazione Trump alle aziende americane. La spinta verso il multilateralismo è dunque motivata da importanti interessi economici e probabilmente da un forte meccanismo di lobbying messo in atto da Huawei.
Un altro passaggio significativo del discorso di Xi è stato incentrato sulla tecnologia: dopo aver incentivato l’espansione dell’Intelligenza Artificiale (AI) e del 5G, il presidente si è speso per l’accettazione a livello globale delle valute digitali emanate dalle banche centrali. La valuta digitale cinese, emessa dalla People’s Bank of China, non è una criptovaluta, come il Bitcoin, bensì una moneta controllata interamente dal governo centrale che consentirà transazioni al di fuori del sistema bancario tradizionale, e sarà quindi utilizzabile da ogni angolo del mondo. Lo Yuan digitale è attualmente ad uno stato avanzato di sperimentazione, con la distribuzione di 10 milioni di Yuan digitali ai fortunati vincitori di una lotteria, avvenuta ad ottobre a Shenzhen. Infine Xi ha ricordato l’impegno cinese nella lotta contro il cambiamento climatico, un punto in netto contrasto con le parole di Donald Trump, che ha descritto gli accordi di Parigi sul clima come una costruzione per distruggere il settore energetico statunitense. Nel complesso, l’ultimo G20 di Donald Trump è servito a Pechino come piattaforma per ribadire i contrasti retorici e di sostanza con l’amministrazione americana e riaffermarsi come una potenza responsabile, aperta e sensibile ai bisogni dell’umanità intera.
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