IL RAFFORZAMENTO DELLE RELAZIONI TRA IRAQ E ARABIA SAUDITA IN FUNZIONE ANTI-IRANIANA

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I due Paesi hanno ristabilito le relazioni dopo anni di allontanamento. L’obiettivo è quello di sottrarre l’Iraq dall’influenza del rivale iraniano.

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L’ Arabia Saudita e l’Iraq hanno deciso di continuare il loro percorso nel rafforzamento delle relazioni diplomatiche, decisione sottolineata dalla chiamata che il principe bin Salman ha effettuato verso il primo ministro iracheno al-Khadimi. Non la prima telefonata di questo tipo, poiché l’avvicinamento tra i due Paesi è in atto da alcuni anni ed è stato accellerato dall’elezione di al-Khadimi a maggio, il quale ha favorito la costruzione di cooperazione e di mutua fiducia per Paesi che nel passato sono stati rivali.

L’Arabia Saudita ha interrotto i suoi rapporti con l’Iraq nel 1990, a seguito della decisione di Saddam Hussein di invadere il Kuwait, dando il via alla prima guerra del Golfo. Nel 2016, i due Paesi hanno ristabilito le relazioni dopo anni di allontanamento e la monarchia saudita ha riaperto la sua ambasciata a Baghdad.
Attualmente, l’obiettivo è quello di sottrarre l’Iraq dall’influenza del rivale iraniano attraverso il rafforzamento delle relazioni economiche, sull’onda della politica di massima pressione ed isolamento internazionale perpetuata dagli Stati Uniti verso quello che un tempo sembrava essere il vincitore della cosiddetta “nuova guerra fredda” in Medio Oriente.

L’Iraq post-2003, privo di partner arabi, è stato completamente dipendente dal vicino Iran in vari ambiti, dalla sicurezza, al commercio fino al supporto energetico. Questo ha trasformato Teheran in un attore di primo ordine nella politica irachena, influenza esercitata grazie soprattutto alle molteplici milizie sciite sparse nel territorio, che, in alcuni casi, rispondono direttamente alla Repubblica Islamica e che hanno esacerbato le divisioni settarie e la violenza politica di cui l’Iraq è vittima, oltre a costituire un ingombrante ostacolo alla sicurezza nazionale.

Il rafforzamento delle relazioni con l’Arabia Saudita e le monarchie del Golfo, sulla base di interessi comuni, potrebbe rappresentare un’occasione per l’Iraq di ridurre la sua dipendenza da Teheran, ma anche un’occasione per rivitalizzare l’economia irachena, interessata da molteplici crisi.
Si spera, pertanto, che questo avvicinamento potrà garantire maggiore stabilità al Paese iracheno, che rischiava di diventare, soltanto pochi mesi fa, il teatro di uno scontro tra Stati Uniti ed Iran. Al-Khadimi sembra essere l’uomo giusto per salvare l’Iraq, sebbene sia imprudente attribuire aspettative troppo alte ad un solo uomo, in carica per un tempo ridotto. Numerosi problemi devono essere affrontati, tra cui quello della corruzione, ma le relazioni con Riyad potrebbero costituire un passo significativo verso la sovranità irachena, a lungo ostacolata.

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Buon sabato a tutti, sono Noemi Verducci, analista IARI per la sezione Medio Oriente. Attualmente studentessa di Relazioni ed Istituzioni dell’Asia e dell’Africa all’Università “L’Orientale” di Napoli.
Ho conseguito la laurea triennale in Mediazione Linguistica presso l’Università del Salento, durante la quale ho svolto un anno di studio all’Università di Siviglia, nell’ambito del programma Erasmus.
Lo studio della lingua araba mi ha permesso di avvicinarmi al mondo mediorientale, dapprima dal punto di vista esclusivamente linguistico e culturale e, successivamente, anche dal punto di vista politico.
Il lavoro di tesi triennale, su Hezbollah e le sue strategie comunicative, mi ha fatto comprendere la necessità di studiare ed analizzare un’area geopolitica di cui si parla spesso in maniera impropria, attraverso una lente “orientalista” che impedisce di interpretare in maniera corretta eventi storici e politici.
Essere parte di IARI è un modo per mettermi in gioco ed approfondire dinamiche politiche che risultano centrali per comprendere ciò che accade nel mondo. IARI è uno spazio fertile in cui potersi confrontare ed arricchirsi, crescendo insieme.

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