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Il Nord russo è una zona estremamente strategica per lo sviluppo dell’intero Paese. La narrativa di un’eccessiva militarizzazione della zona che potrebbe generare un’escalation in Artico non sembra preoccupare Mosca, nè rallentarne i piani di sviluppo. La visita del Primo Ministro Mikhail Mishustin nella regione nord-occidentale della Russia europea, epicentro del potenziamento regionale artico, getta le basi per attirare investimenti, facilitare l’occupazione locale e migliorare le condizione di vita dei popoli locali. Il binomio investimenti-miglioramento delle condizioni di vita è il leitmotiv dell’intervento con il quale il Primo Ministro si rivolge agli investitori illustrando un meccanismo che prevede diverse agevolazioni. La possibilità di diventare un business resident con la soglia minima abbassata a 1 milioni di rubli (circa 11 mila euro) per acquisire uno stato preferenziale, il tasso di premio assicurativo per le imprese residenti che creano posti di lavoro è stato abbassato al 7.5% e al 3.25% rispettivamente per le grandi e medio-piccole imprese. Il fondo Development of the Far East and Arctic destinerà oltre 4 miliardi di rubli (circa 45 milioni di euro) per supportare due progetti nelle città di Kovdor e Kirovsk. Si stima che i progetti possano assicurare il mantenimento dei posti di lavoro e crearne ulteriori 1.000. A fronte di queste ed altre misure, il Primo Ministro conclude affermando: “The world’s largest free economic zone has been created in our northern areas. It must become more attractive to businesses in many different industries and of different sizes. It should also appeal to foreign investors. Why not?”
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Murmansk e il nord russo rappresentano per Mosca la chiave per esercitare ancora la propria autorità nel contesto geopolitico mondiale. Nonostante la crisi generata dalla diffusione del Covid-19 abbia rallentato i volumi del commercio internazionale e le esportazioni di materie prime, la dipendenza energetica di molti Paesi dal gas naturale estratto in queste zone legittima Mosca a puntare sull’acceleratore. L’obiettivo è quello di attirare investimenti atti al miglioramento infrastrutturale e delle condizioni di vita dei locali per ripopolare le terre del nord abbandonate dopo la caduta del blocco sovietico. Il sistema della Free Trade Zone permette di incentivare gli investimenti in aree geografiche mirate del Paese o in settori specifici dell’economia. Un esempio lampante è il meccanismo che ha permesso all’economia cinese di attirare le grandi imprese estere. Dalle parole del Primo Ministro le misure sono dosate per attirare, in primis, investitori russi e le agevolazioni sopra citate sembrano dirette proprio in quella direzione. Se sia più redditizio e di più lunga gittata ampliare il progetto e coinvolgere investimenti stranieri è difficile dirlo, ma se si guarda ai grandi progetti che stanno accrescendo i numeri della Northern Sea Route non si può non notare che sono a partecipazione internazionale. Probabilmente è solo uno step iniziale, ma il dinamismo russo nell’artico testimonia gli intenti di Mosca di rendere la zona un’area fondamentale del Paese e la volontà di arrivare pronti alla presidenza dell’Arctic Council prevista per Maggio 2021.
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