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Il controverso progetto per l’estrazione di terre rare nel sito di Kvanefjeld, nella Groenlandia meridionale, può diventare realtà. Una buona notizia per la Greenland Minerals e la Shenghe Resources. Permangono dubbi sull’impatto che l’ambiente ne subirà.
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Sembra essere arrivato ad una svolta il lungo processo di avvio dei lavori per l’estrazione di terre rare nel sito di Kvanefjeld , nel Sud della Groenlandia. La Greenland Minerals e il suo partner cinese Shenghe Resources esultano per l’approvazione, dopo numerosi tentativi (2015, 2018, 2019), dell’ Environmental Impact Assessment Dal documento rilasciato dalla Greenland Minerals il Managing Director si esprime così: “The completion of the independent technical EIA reviews and confirmation that the Kvanefjeld EIA meets Greenland Guidelines is a major project milestone. The EIA process has been thorough, in‐depth, and comprehensive in order to provide a high degree of stakeholder confidence in the Kvanefjeld Project”. In effetti, l’approvazione dell’ Environmental Impact Assessment rappresenta davvero una pietra miliare nell’avvvio di un progetto di estrazione mineraria perchè si tratta di un documento in cui si dichiara l’impatto che la lavorazione del materiale estratto produrrà a livello ambientale, nonchè il perpetuarsi dei danni una volta che il sito verrà abbandonato. Prossimo step è la traduzione del documento, cui deve provvedere la compagnia proprietaria del sito, in groenlandese e danese. Una volta tradotto si procederà alle pubbliche consultazioni di questo stesso documento e della già approvata valutazione sull’impatto sociale e sulla sicurezza marittima. Ma la strada per l’avvio dei lavori è tutt’altro che in discesa. Nelle pubbliche consultazioni ci sarà da aspettarsi resistenze già perpetuate negli anni precedenti dovute al forte impatto che l’estrazione delle terre rare genera.
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Il processo estrattivo prevede, infatti, anche l’estrazione di uranio, estremamente pericoloso ed inquinante. Un aggiornamento della zero-tolerance policy per l’estrazione di materiale radioattivo imposta da Copenhagen è avvenuta nel 2013, con un solo voto favorevole in più rispetto ai contrari. Questo ha generato un generale ammorbidimento, ma la materia rimane tutt’ora oggetto di profonda discussione negli ambienti politici groenlandesi, ed il futuro del progetto ancora imprevedibile. La Groenlandia ambisce ad un’indipendenza economica che, probabilmente, nel prossimo futuro potrà essere accompagnata amche da un’indipendenza dal Regno di Danimarca. La ricchezza generata dall’estrazione di materie prime sembra essere la strada più rapida e più facilmente percorribile lungo questo percorso. Se tale sviluppo sarà anche indolore ce lo dirà solo il tempo. Nel frattempo la voglia di crescere e di affermarsi nel panorama mondiale è tanta e l’occasione probabilmente è irripetibile. Stati Uniti e Cina bussano alla porta, ma, data la ricchezza dei bacini groenlandesi, non saranno gli unici. Ma per far in modo che il prezzo da pagare non arrivi ad essere troppo alto, c’è la necessità di coadiuvare uno sviluppo economico e sociale con il rispetto dell’ambiente.
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