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Come previsto, dopo gli Emirati Arabi Uniti, anche il Bahrain ha firmato uno “storico” accordo di normalizzazione delle relazioni con Israele. È il secondo Paese del Golfo a farlo, ma non sarà l’ultimo ora che l’ “entità sionista” non costituisce più la massima minaccia. In tutta questa faccenda, viene da chiedersi che fine abbia fatto la Lega Araba. Difatti, quest’ultima ha fallito nell’approvare una risoluzione che condannasse l’accordo tra Israele e gli Emirati Arabi Uniti, a causa della mancata intesa tra i ministri degli Esteri dei Paesi membri. La mancanza di condanna è, secondo Kushner, segno di una grande trasformazione in Medio Oriente. E lo è, soprattutto se pensiamo alla Risoluzione di Khartoum del 1967, e ai famosi tre no: no alla pace con Israele, no al riconoscimento di Israele, no alla negoziazione con Israele.
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Aboul Gheit, segretario della Lega Araba, ha dichiarato che ogni Stato membro della Lega Araba ha piena sovranità nel determinare la politica estera che desidera, motivo per cui non può interferire nelle scelte fatte dagli Emirati e dal Bahrein nel normalizzare i rapporti con Tel Aviv. Fondata nel 1945, la Lega Araba è formata da 22 Paesi, con l’obiettivo , sancito all’articolo 2 del suo trattato costitutivo, di attuare una stretta cooperazione tra gli Stati membri e migliorare la coordinazione su questioni di comune interesse, in nome di un’ipotetica, e fantomatica, unità araba. Fin dalla sua creazione, la Lega Araba è stata indebolita dalle divisioni e rivalità inter-statali, frizioni che hanno impedito delle strategie comuni, a beneficio di iniziative dei singoli Stati. Uno tra i peggiori esempi di organizzazione regionale, ebbe scarso successo nel mediare i numerosi conflitti in Medio Oriente e questo perché gli Stati, fin da subito, furono riluttanti ad attribuire potere all’organizzazione sovrastatale, preferendo perseguire politiche nazionali, ma spesso in contraddizione con il discorso ufficiale.
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I leader arabi ufficialmente rimangono fedeli alla soluzione a due stati, opzione tramontata in maniera quasi definitiva, ma, ormai, una cosa è certa: il futuro della Palestina non interessa a nessuno e questo non è più un segreto. Ma ha ancora senso l’esistenza della Lega Araba? Probabilmente no, senza un ripensamento dell’intera organizzazione.
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