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Per il Ministro degli Esteri cubano Rodríguez Parilla, l’idea di Trump di vendere il Porto Rico rappresenta una riprovevole prova di disprezzo degli USA verso l’emisfero sud
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L’ex Segretaria del Dipartimento di Sicurezza degli Stati Uniti Elaine Duke ha confidato in una recente intervista al giornale americano The New York Times che Trump aveva proposto nel 2017 la vendita dell’isola di Porto Rico, a seguito dell’uragano Maria che aveva causato la morte di circa 3000 persone e danni pari a 43 miliardi di dollari.
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Secondo la Duke le idee iniziali del Presidente americano erano quelle di un vero e proprio businessman, ovvero di promuovere terziarizzazioni e vendere l’isola di Porto Rico, ma le stesse non sono state poi prese in considerazione, né discusse al Congresso. Se Trump da sempre elogia apertamente la sua gestione dell’emergenza legata all’uragano Maria, lo stesso non è per l’amministrazione locale dell’isola, definita incapace e accusata di usare i fondi stanziati dal governo americano per pagare le obbligazioni alle grandi società finanziarie di Wall Street.
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Le parole del lider della Casa Bianca hanno provocato una grande indignazione non solo tra gli abitanti di Porto Rico, che a gran voce sostengono Puerto Rico no se vende (Porto Rico non si vende), ma anche nella vicina Cuba. Attraverso il suo account Twitter il Ministro degli Esteri cubano Bruno Rodríguez Parilla ha sostenuto come la recente notizia dell’idea di vendere l’isola di Porto Rico sia una deplorevole prova di come il Presidente americano disprezzi le nazioni dell’emisfero sud e dimostri la sua adesione alla dottrina Monroe, che ribadisce la supremazia degli Stati Uniti su tutto il continente americano. Cuba difende da sempre la supremazia e il diritto di autodeterminazione di Porto Rico.
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Quali possono essere le conseguenze politiche e geopolitiche delle parole del Presidente Trump?
Dal punto di vista politico, le parole di Trump potranno avere effetti, seppur non considerevoli, sulla sua corsa alla rielezione in autunno. Infatti, nonostante la popolazione di Porto Rico, circa 3 milioni di persone, non abbia diritto di voto alle elezioni presidenziali americane, visto che l’isola non è formalmente uno stato americano, i portoricani legalmente residenti negli Stati Uniti si. E la comunità portoricana negli USA è formata da più di 5,6 milioni di persone, rappresentando la seconda maggior comunità ispanica presente nel territorio americano.
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Dal punto di vista geopolitico, le rivelazioni fatte dall’ex integrante dell’amministrazione Trump, non han fatto altro che accrescere le tensioni e scuotere le già precarie relazioni diplomatiche tra USA e Cuba. Se con l’amministrazione Obama i rapporti tra i due Paesi sembravano segnare l’inizio di un novo periodo di distensione, con l’arrivo di Trump si è assistito ad un repentino ritorno verso un passato non troppo lontano caratterizzato da restrizioni, proibizioni, diffidenza ed incertezza. Un passato che è indubbiamente presente e che si può convertire ben presto in un futuro prossimo.
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