INTERESSI INTERNAZIONALI E LOCALI IN SIRIA: ANCOR TUTTO IN DIVENIRE

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Chi, negli ultimi anni, ha creduto che in Siria la situazione stesse prendendo una piega positiva si è sbagliato alla grande o ha fatto calcoli irrealistici. Si verificano ancora proteste popolari nelle aree che a lungo sono state la roccaforte delle opposizioni armate, come Daraa. A questo si aggiunge la rivalità tra attori internazionali e locali, con Damasco che deve ancora una volta far fronte alle sanzioni statunitensi e che ancora non riesce a sbrogliare il nodo Idlib. Negli ultimi giorni si sono verificate proteste a Darra, nel sud-ovest del Paese, contro il regime siriano, l’Iran e la milizia paramilitare di Hezbollah. La manifestazione, come riportato da alcune fonti arabe, ha avuto luogo in concomitanza con i funerali delle vittime di un attacco, per la precisione si tratta di nove combattenti pro-regime morti a seguito di un’esplosione nel villaggio di Kihel. I cittadini hanno protestato contro il Presidente e hanno chiesto apertamente ad Iran ed Hezbollah di lasciare il Paese. A questo si aggiunge la morte di dodici persone appartenenti alla Quinta Brigata russa-composta da ex membri dell’opposizione che si sono uniti ai ranghi filo-russi- che sarebbe in conflitto con la Quarta Divisione guidata dal fratello del Presidente siriano Assad. Questo dettaglio mostra la rivalità tra le due parti, quindi tra Mosca e Teheran, per il controllo della regione meridionale. Inoltre non appare una novità perché le due potenze da diversi anni hanno sancito il loro controllo proprio nel sud del Paese.

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Dopo diversi anni di conflitto la Siria appare tutt’altro che pacificata. Oltre alla duratura tensione nel nord-ovest, provincia di Idlib, tra qaedisti di HTS (Haya’t Tahrir Al-Sham) e governativi siriani aiutati dai Russi per riprendere il controllo del territorio. Sempre qui i miliziani di HTS stanno arrestando rivali appartenenti ad altre fazioni per cercare di imporre il proprio dominio nel nord di Idlib, Restano tensioni nel sud della Siria, non solo a Daraa ma anche a Suwayda, al confine con la Giordania, sullo sfondo della crisi finanziaria esacerbata dalle ripercussioni per le misure regionali anti-covid 19. In quest’area si concretizza anche lo scontro tra Russia e Iran e ciò mostra quanto i due attori siano stati partner geopolitici solo per eliminare l’ISIS o i gruppi ribelli armati. Per il resto sono interessati a ritagliarsi il proprio spazio dalla Siria centrale in giù. È proprio nella Siria centrale che Mosca sta cercando di fatto di limitare l’influenza della Repubblica islamica che ambisce a raggiungere con i suoi proxies anche l’Iraq. Come si può ben notare restano aperti vari teatri di scontro, gli interessi degli attori internazionali e locali si sovrappongono e il governo nazionale non può assolutamente cantare vittoria.

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