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Il bacino del fiume Congo è quello che più chiaramente si distingue tra le varie depressioni geografiche situate tra il Sahara a nord, l’Oceano Atlantico a sud e ad ovest e la regione dei Grandi laghi dell’Africa orientale ad est. Si trova a cavallo dell’equatore nell’Africa centro-occidentale. È il secondo bacino fluviale più grande del mondo e comprende un’area di oltre 3,4 milioni di km2, costituendo una delle aree più selvagge della Terra. Con i suoi 500 milioni di acri, è più grande dell’Alaska. Questa vasta area comprende quasi tutta la Repubblica del Congo, la Repubblica Democratica del Congo, la Repubblica Centrafricana, lo Zambia occidentale, l’Angola settentrionale e parti del Camerun e della Tanzania. Il bacino del Congo è coperto da una fitta e ramificata rete di affluenti, subtributari e piccoli fiumi, fatta eccezione per gli altopiani sabbiosi nel sud-ovest. Il bacino del Congo ospita, inoltre, la seconda foresta pluviale più grande del mondo.
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Aree tematiche della conferenza Congo River 2020
La conferenza comprenderà le seguenti tre aree tematiche:
- Idrologia e clima;
- Idraulica, geomorfologia e trasporto di sedimenti;
- Usi e governance dell’acqua.
Queste aree tematiche sono aperte alla ricerca disponendo di una vasta gamma di metodi, compresi: approcci sul campo, laboratori, modellizzazione e telerilevamento. Durante la conferenza saranno fornite anche una serie di brevi sessioni di formazione.
Contesto
Il bacino del fiume Congo presenta un enorme potenziale per lo sviluppo delle risorse idriche. Questo potenziale costituisce una risorsa chiave allo scopo di fornire utili strategie volte ad aumentare le opportunità per una migliore sicurezza idrica in Africa. Pertanto, un importante progetto di ricerca, il progetto Hydraulics and Morphology (CRuHM), finanziato nell’ambito della Royal Society-DFID Africa Capacity Building Initiative del Regno Unito, è stato implementato nel bacino del fiume. Il CRuHM è coordinato dall’Università di Kinshasa, attraverso il proprio Dipartimento di gestione delle risorse naturali, della Facoltà di Scienze agronomiche. Lo scopo principale di questa iniziativa di ricerca è condurre ricerche scientifiche idrauliche e idrologiche su larga scala in merito ai principali canali del fiume.
L’attività di ricerca
Nell’ambito di tale ricerca, guidata da un consorzio di istituzioni partner delle Università di Kinshasa nella Repubblica Democratica del Congo (RDC), Dar es Salaam in Tanzania, Rhodes in Sudafrica e Bristol e Leeds in Regno Unito, sono state intraprese una serie di attività di ricerca, tra cui:
- nuovi approcci volti alla raccolta di dati e previsioni future sui grandi fiumi;
- ricerche idrologiche su vasta scala spaziale con l’obiettivo di raccogliere una serie di set di dati fondamentali relativi all’idraulica fluviale e alla geomorfologia;
- test sui sedimenti fluviali per lo studio del trasporto di sedimenti;
- sviluppo di quadri idrologici e idrodinamici;
- studio degli impatti futuri dovuti al cambiamento climatico e l’influenza umana nel bacino.
Obiettivi della conferenza:
- Condividere le esperienze delle diverse iniziative di ricerca ed esperimenti effettuati nel bacino del Congo, come in altri grandi fiumi d’Africa e del mondo;
- Diffondere i risultati delle attività di ricerca del CRuHM ad una più ampia comunità di ricercatori;
- Stabilire lo stato attuale e i progressi compiuti nella comprensione delle dinamiche e dei processi delle acque fluviali nel bacino ed identificare scenari possibili futuri;
- Stimolare il partenariato e creare nuove opportunità per investimenti futuri nella ricerca e nello sviluppo.
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Altre iniziative intraprese nel bacino
Oltre al progetto Hydraulics and Morphology (CRuHM), sono in corso altre iniziative di ricerca, in particolare il progetto CongoPeat, guidato dal Professor Simon Lewis dell’Università di Leeds e finanziato dal Natural Environment Research Council (NERC), il quale, nel 2017, ha scoperto il più grande giacimento di torba tropicale del mondo, pari a 30 miliardi di tonnellate di carbonio, accumulatesi circa 10000 anni fa. La torba è un tipo di terreno umido composto da materiale vegetale semi-decomposto ed è quindi ricco di carbonio. Pertanto, la scoperta di tale quantitativo di torba all’interno del bacino ha costretto ad una rivalutazione del ruolo delle paludi congolesi nel ciclo globale del carbonio. Bisogna accertare se le riserve di carbonio delle torbiere siano stabili oppure soggette a perturbazioni dovute alla mano dell’uomo e/o ai cambiamenti climatici (Dargie et al., 2018). In seguito a tale scoperta, la Repubblica del Congo e la Repubblica Democratica del Congo (RDC) hanno firmato la Dichiarazione di Brazaville, un accordo storico per proteggere e preservare tale ricco ecosistema.
Fig. 1.1. Congo’s peatlands. Fonte: CongoPeat.
Le diverse iniziative avviate giungono in un momento in cui sono necessarie decisioni chiave per le principali opzioni di sviluppo delle risorse idriche all’interno del bacino, tra cui la rete idroelettrica dalla diga di Inga, la navigazione fluviale per collegare i Paesi rivieraschi, l’approvvigionamento idrico, l’irrigazione su vasta scala.
Fonti:
Dargie G.C., Lawson I.T., Rayden T.J., Miles L., Mitchard E.T.A., Page S.E., Bocko Y.E., Ifo S.A., Lewis S. L., Congo Basin peatlands: threats and conservation priorities, in Mitigation and Adaptation Strategies for Global Change, 24(4), 2018, pp. 669-686.
http://Worldwildlife.org/places/congo-basin
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