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La scorsa settimana la Cina è stata la protagonista delle prime pagine dei quotidiani internazionali per innumerevoli ragioni: legge di sicurezza nazionale ad Hong Kong (qui il commento di IARI), riunione dell’Assemblea Nazionale del Popolo, restrizioni sulle quotazioni in borsa negli Stati Uniti e divieto di esportazioni di componenti americani ad aziende cinesi per timori di minacce alla sicurezza nazionale. Un evento altrettanto importante dal punto di vista geopolitico è stata la cerimonia ufficiale di insediamento per il secondo mandato della Presidente di Taiwan Tsai Ing-wen e del Vice-premier Lai Ching-te, svoltasi il 20 maggio a Taipei.
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Nel suo discorso, Tsai ha sottolineato come Taiwan abbia ricevuto attenzione internazionale negli ultimi mesi grazie alla vittoria del Partito Progressista Democratico alle elezioni, e al successo nel controllo del covid. Taiwan, nelle parole della Presidente, desidera assumere un ruolo di maggiore rilievo nella comunità internazionale e condurre un dialogo costruttivo con Pechino pur rifiutando fermamente il principio applicato ad Hong Kong di “un paese, due sistemi”.
Taiwan è considerata da Pechino parte del territorio nazionale sin da quando il Partito Comunista Cinese ha sconfitto il Guomindang, guidato da Chang Kai-shek, nel 1949. Taipei si considera invece un territorio de facto indipendente, basato sui valori di democrazia, stato di diritto e libertà. Nonostante Taipei mantenga relazioni diplomatiche con 14 paesi, tutti i governi impegnati in relazioni ufficiali con la Repubblica Popolare Cinese sottoscrivono il ‘One China Principle’, ossia l’esistenza di una sola Cina che comprende anche Taiwan.
Tuttavia, gli Stati Uniti, che già dal 1979 riconoscono una sola Cina, mantengono un rapporto commerciale, militare e politico molto intenso con Taiwan. Nel 2018, Taiwan è stato l’undicesimo partner USA per volume di merci scambiate e nel solo 2019 ha venduto a Taiwan armi per un valore di 2 miliardi di dollari.
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Le relazioni commerciali sono supportate da ottime relazioni interpersonali tra Tsai e il Segretario di Stato Pompeo, il quale, in occasione dell’inaugurazione della Presidente, ha inviato una nota ufficiale di congratulazioni a Taipei. Il comunicato, pubblicato dal Dipartimento di Stato, quindi un organo ufficiale, non Twitter, ha sottolineato come USA e Taiwan condividano i valori di stato di diritto, trasparenza e prosperità per l’intera comunità internazionale. Queste parole non sembrano scelte a caso: infatti rappresentano proprio quei valori che Washington accusa Pechino di non rispettare.
Il governo cinese non ha gradito le congratulazioni da parte di un funzionario di cosi alto grado dell’amministrazione Trump. Il portavoce per gli Affari di Taiwan del Consiglio di Stato Ma Xiaoguang ha ricordato come Pechino consideri Taiwan parte della PRC, e parte del principio “un paese due sistemi”. Lo stesso Ma ha invitato gli Stati Uniti ad interrompere ogni tipo di contatto ufficiale con Taiwan e non interferire con gli affari interni di Pechino.
Dopo il Taipei Act, firmato dal Presidente Trump nel marzo 2020 a sostegno della volontà di Taiwan di rafforzare le sue relazioni con la comunità internazionale e la partecipazione all’Assemblea Mondiale della Sanità, l’inaugurazione di Tsai ha messo in luce le differenti prospettive riguardo la gestione di Taiwan. Per il futuro, gli Stati Uniti saranno probabilmente messi alle strette da Pechino, e dovranno decidere se continuare a sostenere la democrazia di Tsai Ing-wen oppure preferire la stabilità delle relazioni Cina-USA.
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