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Secondo quanto dichiarato dal presidente palestinese, Mahmoud Abbas, ogni accordo stipulato tra Palestina ed Israele cesserà. Se ciò avrà delle conseguenze pratiche, tuttavia, rimane poco chiaro.
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A pochi giorni di distanza dall’anniversario della nakba, il Presidente dell’Autorità Palestinese, Mahmud Abbas, ha annunciato la rottura di tutti gli accordi raggiunti con il governo israeliano, che, da questo momento in poi, non hanno più alcun valore legale e politico. L’annuncio del Presidente dell’Autorità Palestinese rappresenta una reazione al progetto israeliano di annessione dei territori della Cisgiordania, punto centrale della campagna elettorale di Netanyahu. L’implementazione del progetto, che potrà avvenire a partire da luglio, rende la soluzione dei due stati sempre più improbabile.
Gli accordi, citati da Abbas, sono, in maniera specifica, gli accordi di Oslo. L’aspetto centrale è rappresentato dalla cooperazione nel campo della sicurezza tra il governo israeliano e l’autorità palestinese, necessaria per porre fine agli attacchi armati di Hamas, in particolare. In base all’accordo, si stabilisce, infatti, la creazione di una forte forza di polizia palestinese, con l’obiettivo di garantire l’ordine pubblico e la sicurezza interna per i palestinesi e, allo stesso tempo, garantire la sicurezza dello stato israeliano.
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Pur celebrati a livello internazionale, in quanto rappresentavano la risoluzione pacifica ad un lungo e sanguinoso conflitto, gli accordi di Oslo costituiscono un progetto fallimentare, dal momento che sono guidati da un approccio basato sulla sicurezza e non sul processo politico. Più volte, il ruolo esercitato dalle forze di sicurezza palestinesi è stato oggetto di critiche. Nonostante ciò, la fine della cooperazione in ambito della sicurezza potrebbe rivitalizzare i gruppi estremi di entrambi gli schieramenti e, pertanto, potrebbe condurre ad un generale deterioramento della situazione.Bisogna aggiungere, però, che Mahmoud Abbas non è nuovo a questo genere di minacce, a cui, difficilmente, sono seguite delle azioni pratiche.
Inoltre, Abbas non ha chiarito quali implicazioni potrebbero derivare dal ritiro degli accordi, per quanto concerne, soprattutto, la sopravvivenza dell’Autorità Palestinese, la cui esistenza è basata sugli Accordi di Oslo. Nei giorni scorsi, anche il re di Giordania, Abdallah, ha minacciato Israele di intraprendere un conflitto massiccio, se il governo di Netanyahu perseguirà il suo progetto di annessione dei territori occupati. Se l’obiettivo di Abbas è quello di provocare una reazione da parte della comunità internazionale ed, in particolare, da parte dell’Unione Europea, la strategia potrebbe non funzionare. Nonostante alcuni Paesi europei abbiano espresso la loro contrarietà circa il progetto del premier israeliano, l’Unione Europea si trova, attualmente, in una situazione di crisi, a causa della gestione della pandemia. È legittimo, quindi, dubitare circa l’attuazione di misure sanzionatorie nei confronti di Israele. Se così fosse, l’Autorità Palestinese ha già perso.
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