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La definizione di Hezbollah quale “un gruppo terroristico” da parte della Germania contribuisce a deteriorare una situazione in cui la sopravvivenza stessa del partito è in bilico
La Germania ha dichiarato Hezbollah “gruppo terroristico” ed ha vietato tutte le sue attività sul territorio tedesco. La decisione di Berlino si distacca dalla posizione europea, che attua una distinzione tra ala armata del partito, bandita, e partito politico.Il segretario del partito, Hassan Nasrallah, ha dichiarato che la Germania si è sottoposta al volere di Stati Uniti ed Israele, i quali mirano a distruggere i movimenti di resistenza nella regione, dallo Yemen, al Libano, alla Palestina, all’Iraq, e che contrastano i desideri egemonici dei due Paesi.
Le reazioni a livello internazionale non si sono fatte attendere. Secondo portavoce del ministro degli esteri iraniano, Abbas Mousavi, la Germania sta pagando lo “storico debito” con Israele e la decisione di considerare terrorista l’intera organizzazione è illegale, dal momento che partecipa legittimamente al governo libanese. Al contrario, il ministro degli esteri israeliano, Israel Katz, plaude alla decisione di Berlino, definendola un importante passo avanti per combattere il terrorismo globale.Le implicazioni potrebbero essere non di poco conto, considerando l’ampio peso politico rivestito dal Partito di Dio all’interno del nuovo esecutivo guidato da Hassan Diab, formatosi a gennaio di quest’anno, riconfermando il ruolo di prim’ordine giocato da Hezbollah nello scenario libanese.
Tuttavia, questo avviene in un momento di crisi profonda per il partito, la cui legittimità è stata messa in discussione dalle proteste anti-establishment scoppiate nel Paese ad ottobre e che sono “ritornate” nei giorni scorsi, nonostante le misure di lockdown imposte per limitare la diffusione del Coronavirus.
Hezbollah è sottoposto a pesanti sanzioni economiche da parte degli Stati Uniti, tanto che, a marzo dello scorso anno, Nasrallah aveva invitato i suoi simpatizzanti a sostenere il partito attraverso donazioni. La mancanza di fondi ha fatto sì che i servizi di welfare, alla base del supporto popolare, erogati dal partito nelle aree a maggioranza sciita diminuissero nettamente.
A ciò si aggiunge, la grave situazione economica in cui riversa il Libano, che, il 9 marzo, ha annunciato il default a causa del prorompente debito pubblico ed invocato gli aiuti del Fondo Monetario Internazionale.
Ci si potrebbe aspettare, pertanto, la richiesta, da parte della comunità internazionale, di un ridimensionamento di Hezbollah e di uno più ampio rifiuto del suo braccio armato. Hezbollah sta affrontando una guerra per la sua sopravvivenza in cui la sua capacità di resilienza non è più data per scontato.
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