MADAGASCAR: FACILITARE L’ACCESSO ALL’ACQUA POTABILE E AI SERVIZI IGIENICO-SANITARI PER TUTTI

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Vi sono regioni del mondo in cui la carenza di acqua pulita è evidente, come nel Sahel o in Etiopia. Al contrario, invece, esistono Paesi in cui l’acqua è sì sufficiente, ma le persone non sanno come usufruirne, né sono a conoscenza che un villaggio non può dirsi “sano” e “sicuro” se manca di servizi igienico-sanitari adeguati. È il caso del Madagascar, la quarta isola più grande del mondo. In particolare, è la popolazione delle regioni meridionali dell’isola africana a soffrire maggiormente il problema

 Background

Il Madagascar è principalmente un Paese rurale, dove al giorno d’oggi ancora il 66% della popolazione vive in contesti non urbani. L’agricoltura genera il 26% del PIL del Paese, le colture alimentari occupano, infatti, l’82% dell’area coltivata, e la principale coltivazione è il riso (in malgascio vary), alimento base della popolazione, che occupa i 2/3 della superficie agricola coltivata (World Food Programme, 2006).

Il Paese, tranne che in alcune zone aride, ha precipitazioni sufficienti per rifornire sorgenti e acque del sottosuolo, tuttavia solo la metà della popolazione del Madagascar ha accesso all’acqua potabile e nelle aree rurali soltanto il 36% delle famiglie ha accesso a strutture idriche migliorate. Tale situazione genera gravi ripercussioni sulla salute della popolazione minandone anche il progresso economico. Negli ultimi due decenni, il Paese ha inoltre registrato un aumento degli eventi metereologici estremi a causa degli ultimi cambiamenti climatici. Più specificamente, si sono manifestati: estesi periodi di siccità, aumento dell’imprevedibilità e della variabilità del regime delle piogge, intensificazione dei cicloni e aumento delle inondazioni associate all’arrivo dei cicloni. Pertanto, le misure di adattamento sono state evidenziate dal Politique Nationale de Lutte contre le Changement Climatique sviluppato nel 2010. Questa politica nazionale ha come primo obiettivo strategico “to strengthen adaptation to climate change, considering Madagascar’s realistic needs”. Le azioni prioritarie stabilite dal governo del Paese comprendono l’istituzione di una strategia idrica efficiente per l’accesso all’acqua pulita e ai servizi igienico-sanitari e lo sviluppo di programmi agricoli che vadano a combinare la gestione delle acque, la riabilitazione delle infrastrutture idro-agricole e l’utilizzo di colture resistenti alla siccità. I risultati che ci si aspetta di ottenere dall’attuazione di queste azioni mirano a ridurre l’incidenza della fame e degli eventi di insicurezza alimentare associati ai periodi di siccità, in particolare nel sud del Paese.

 

Panoramica del problema

Il Madagascar riceve 835 miliardi di m3 di precipitazioni all’anno, ma, nonostante le precipitazioni soddisfacenti, le risorse idriche sono distribuite in modo non uniforme nel Paese a causa delle ampie disparità regionali nel clima, che varia da tropicale nel sud-est a temperato sugli altopiani. Le risorse idriche sono abbondanti nelle regioni del nord e del centro, ma sono più scarse soprattutto nelle province del sud, dove le formazioni rocciose non sempre favoriscono la ritenzione dell’acqua piovana. L’acqua viene impiegata per tre usi principali: (i) per uso domestico (57 milioni di m3 all’anno, 0,013% del totale); (ii) per uso industriale (11 milioni di m3 all’anno, 0,002% del totale); e (iii) per l’agricoltura (17.230 milioni di m3 all’anno, 3,837% del totale).

Sulla base della differenza tra il volume disponibile di acqua, da un lato, e le quantità effettivamente utilizzate dall’altro, si può concludere che è possibile soddisfare la domanda di acqua in Madagascar. Ciò premesso, il problema principale resta quello della distribuzione spaziale irregolare dell’acqua piuttosto che del potenziale delle risorse idriche stesse (African Development Fund, 2005).

Il Madagascar è inoltre uno dei Paesi più poveri del mondo. La Banca mondiale stima che il 77% della popolazione malgascia, circa 24 milioni di persone, viva con meno di 1,90 $ al giorno, una popolazione in rapida crescita demografica, un ritmo più rapido della sua crescita economica, secondo quanto riportato da WaterAid. Il livello di povertà presente ad Antananarivo, ad esempio, è elevato e non solo nella capitale, ma in tutta l’area urbana. Circa 1/3 della popolazione vive in insediamenti informali mal costruiti e oltre un milione di persone non ha accesso a strutture idriche e igieniche adeguate. All’interno delle strutture scolastiche è presente un solo servizio igienico ogni 71 bambini, rispetto al rapporto raccomandato di uno per 25, e meno della metà dei servizi igienici sono separati per genere. Inoltre, il 40% dei servizi igienico-sanitari non è funzionante a causa della mancanza di riparazioni e manutenzioni.

Il Madagascar registra, tra l’altro, un alto tasso di rachitismo tra la popolazione, condizione causata da malnutrizione cronica. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che circa 160 milioni di bambini di età inferiore ai cinque anni è affetto da rachitismo, manifestando uno sviluppo non corretto della crescita fisica e cognitiva.

Lovy Rasolofomanana, direttore di WaterAid Madagascar, sostiene che per affrontare il problema della malnutrizione non bisogna fare riferimento solo alla questione cibo, poiché  c’è bisogno di rifornire la popolazione, soprattutto delle aree rurali e periurbane, anche di acqua potabile, di acqua per cucinare, per lavarsi, per abbeverare gli animali, per i servizi igienici e per coltivare. La maggior parte dei progetti idrici soddisfa solo alcuni di questi requisiti, concentrandosi esclusivamente su esigenze economiche e produttive. Nonostante il Paese sia interessato da abbondanti precipitazioni, le regioni meridionali, come già accennato, hanno la copertura idrica più bassa del Paese e sono interessate da siccità prolungata. Accedere all’acqua potabile si presenta dunque come una grande sfida per la popolazione rurale, che si traduce in un’alta mortalità, specie tra i più giovani. Per tale motivo un approccio multiuso (multiple-use services – MUS) potrebbe soddisfare al meglio le esigenze della popolazione garantendo al tempo stesso l’uso più efficiente delle risorse idriche (Van Koppen, Smits, 2010).

The Southern Rain Forest: la Provincia di Fianarantsoa

 La Provincia di Fianarantsoa (che comprende le regioni di Amoron’i Mania, Atsimo-Atsinanana, Haute Matsiatra, Ihorombe e Vatovavy-Fitovinany) è una delle province più povere del Madagascar, con un elevatissimo numero di abitanti, il secondo più alto del Paese. Questa provincia detiene l’accesso più basso all’acqua potabile di tutto il Madagascar, così come il livello più basso del suo consumo. La Provincia di Fianarantsoa, conosciuta per i suoi quattro principali parchi nazionali, dispone di pochissime conoscenze in merito alle acque sotterranee e la maggior parte dei pozzi ivi presenti è scavata in modo tradizionale. Il governo del Madagascar ha richiesto all’African Development Bank di finanziare una campagna di perforazione per 700 pozzi in tutta la zona. Il risultato previsto dai diversi progetti in fase di sviluppo è l’installazione e la messa in opera di pozzi volti a garantire un approvvigionamento sostenibile di acqua potabile nella regione.

 

The Southern Dry Forest: la Provincia di Toliara

Toliara è la provincia semi-arida più vasta del Madagascar. Toliara (che comprende le regioni di Androy, Anosy, Atsimo-Andrefana e Menabe) ha visto una crescita significativa della popolazione in particolare negli ultimi vent’anni. Tuttavia, soltanto il 36% della popolazione ha accesso ai servizi di base per l’acqua potabile e le scuole mancano di servizi igienici. Tale assenza di strutture impatta direttamente sulla scarsa frequenza scolastica.

Nel 2018 il Water & Sanitation for the Urban Poor (WSUP) aprì un ufficio a Toliara con lo scopo di affiancare le comunità locali al fine di sviluppare infrastrutture sicure per l’accesso all’acqua potabile, in particolare mediante l’istallazione di chioschi d’acqua. Ciò ha consentito alla popolazione più povera di disporre di acqua sicura e a basso costo. Inoltre, dal 2015 l’UNICEF, in collaborazione con il National Department of Water, Sanitation and Hygiene, supporta la costruzione e/o il ripristino di oltre 600 pozzi con pompe manuali nelle regioni di Androy e Anosy, che attualmente beneficiano anche dell’approccio multiuso (MUS). Ognuno di questi pozzi riesce a fornire acqua potabile ad una comunità di circa 200-300 persone.

L’intervento dell’UNICEF

L’UNICEF collabora con diversi partner, al fine di rifornire di acqua potabile e servizi igienico-sanitari diverse comunità per troppo tempo in difficoltà. Collabora in particolare con S’well, un’azienda produttrice di bottiglie riutilizzabili, la quale ha investito dal 2017 1,4 milioni di dollari a sostegno dell’UNICEF ad estendere il programma WASH in Madagascar. Insieme, l’UNICEF e i suoi partner sono alla ricerca di metodi sempre più innovativi per rimuovere ogni barriera. In particolare negli ultimi anni, si sta cercando di sviluppare sistemi idrici gestiti in modo sostenibile ed in grado di resistere ad eventuali crisi. L’obiettivo è di accelerare l’accesso universale alla risorsa dando la priorità alle comunità più bisognose.

 FONTI:

 

 

 

 

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Attualmente ricopro il ruolo di Junior Political Researcher presso la Parliamentary Assembly of the Mediterranean. Sono laureata in Relazioni Internazionali ed Analisi di Scenario con menzione alla carriera presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, con una tesi in Politica ed Economia dell’Ambiente e correlazione in Geopolitica Economica sul futuro delle risorse idriche legate al caso studio della Grand Ethiopian Renaissance Dam. Con IARI, collaboro con l’associazione inglese “Cop26 and beyond” analizzando nelle mie analisi gli impatti del cambiamento climatico su ambiente e società. La curiosità e la ricerca scientifica sono state determinanti nello sviluppo del mio forte interesse per la geopolitica dell’ambiente e delle risorse energetiche. Tra le mie passioni rientrano la geografia, lo studio delle civiltà antiche, prime su tutte l’antico Egitto e l’antica Grecia, e la degustazione di birre artigianali in giro per il mondo.

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