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E’ stato chiaro per tutti fin dall’inizio, che il Covid-19 avrebbe messo a dura prova tutti i paesi del mondo, non solo dal punto di vista sanitario, ma anche sotto il profilo economico.
La Repubblica Islamica dell’Iran è stato uno dei paesi più colpiti dal Covid-19. L’economia di Teheran è letteralmente collassata, ecco perché il governo iraniano attualmente guidato da Hassan Rouhani vuole prendere in considerazione un eventuale prestito da parte del Fondo Monetario Internazionale (FMI) per l’ammontare di 5 miliardi di dollari. È la prima volta in oltre 60 anni che l’Iran si rivolge all’FMI, di cui è uno dei 189 Stati membri, ma da oltre un mese non ha ancora avuto risposta, a differenza di altri paesi. Il governo iraniano ha accusato Washington di interferire con l’operato del FMI bloccando di fatto la richiesta di Teheran per accedere al prestito.
Come risolvere la situazione di stallo? In questi casi dati i rapporti diplomatici assai deteriorati tra Iran e Stati Uniti serve una mediazione, spesso e volentieri operata da Ue e dai suoi Stati membri come nel caso dell’accordo sul Nucleare. Ecco che il Presidente Rouhani si è rivolto all’Italia, telefonando al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte lo scorso 20 Aprile.
Ma perché il governo iraniano vuole coinvolgere Roma per un’eventuale mediazione con FMI? Ma certamente per ragioni storico diplomatiche, l’Italia ha da sempre avuto delle relazioni privilegiate rispetto agli altri paesi occidentali. Il presidente iraniano Hassan Rouhani ha ricordato in più di un’occasione che: “L’Italia ha sempre svolto un ruolo importante nella nostra politica estera, l’Italia è per gli iraniani la porta verso l’Europa”. La Repubblica Italiana è considerata ancora oggi come uno dei paesi occidentali più amici dell’Iran.
Negli uffici di Teheran della Nioc, la compagnia petrolifera di stato iraniana, è ancora appesa una grande foto di Enrico Mattei, fondatore dell’ENI che negli anni Cinquanta concluse un accordo petrolifero con l’Iran particolarmente favorevole al governo iraniano, staccandosi dalle cosiddette sette sorelle, il cartello delle sette principali compagnie petrolifere di allora. E poi ancora Alitalia fu l’unica grande compagnia aerea occidentale a continuare a volare su Teheran durante i bombardamenti iracheni sulla capitale iraniana nel corso della guerra tra Iran e Iraq degli anni Ottanta. Secondo i dati di Eurostat, l’Italia è stato il più importante partner commerciale europeo dell’Iran dal 2006 anno delle prime sanzioni sul nucleare, fino al 2012.
Leggendo i comunicati stampa ufficiali del Governo Italiano e di quello Iraniano, nel corso della telefonata tra il Presidente Conte e Rouhani sono stati affrontati varie questioni internazionali, infine Conte avrebbe detto che l’Italia è pronta a cooperare con l’Iran in materia di Jcpoa (Accordo sul nucleare) e Instex, quest’ultimo è un meccanismo di pagamento europeo per gli scambi con l’Iran.
Difficile dire se Teheran affidandosi alla mediazione italiana riuscirà ad ottenere dei risultati concreti per sostenere la propria economia, l’Italia ha spesso attuato una politica del dialogo e di amicizia nelle relazioni internazionali, questo fa si che Roma sia un eccellente mediatore riconosciuto dalla comunità internazionale, ma è altrettanto vero che l’Italia ha già dimostrato in passato di essere piuttosto allineata alla politica statunitense almeno da un punto di vista formale.
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