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La vittoria del blocco sciita United Iraqi Alliance(UIA), se da un lato fa svanire il timore che l’Iraq diventi un client state degli Stati Uniti, dall’altro permette all’élite politica iraniana di accrescere la propria influenza all’interno dell’establishment politico iracheno. Infatti, i tre gruppi facenti parte della coalizione vincente: l’Islamic Supreme Council of Iraq (ISCI), il Da’wa (il cui leader Nuri al-Maliki ha ricoperto la carica di Primo ministro dal 2005 al 2014) e la fazione facente capo a Moqtada al Sadr,

è dall’inizio degli anni ‘80 che godono di una relazione privilegiata con Teheran. A tale proposito, è necessario evidenziare come l’interesse della Repubblica Islamica nei confronti delle vicissitudini politiche irachene debba essere inscritto in un arco temporale di ampio respiro, di certo non ascrivibile ai soli fatti successivi all’intervento della “Coalizione dei Volenterosi” del 2003.
E’ dagli anni ‘60, quando Baghdad inizia a delinearsi come il principale competitore per la leadership regionale nel Golfo Persico, che l’Iran cerca di ritagliarsi una zona di influenza all’interno del paese. I rapporti diplomatici tra i due regimi non sono idilliaci e Saddam Hussein, che nel 1979 (anno della rivoluzione khomeinista) assume la carica di presidente della Repubblica d’Iraq, si configura come il principale ostacolo alla realizzazione del disegno geo-strategico regionale della neonata Repubblica Islamica, incentrato sulla necessità di garantire al paese sopravvivenza e un ruolo di primo piano nel complesso scacchiere mediorientale. L’invasione irachena dell’Iran nel settembre del 1980, con cui prende avvio la prima delle tre guerre del Golfo, se da un lato ridimensiona la priorità strategica di Teheran di esportare la rivoluzione nei paesi limitrofi, dall’altro offre all’Iran la possibilità di stringere un forte sodalizio proprio con la futura classe dirigente irachena del post-2003. Risulta emblematico il caso della brigata Badr (fino al 2007 braccio armato dell’ISCI), descritta come la più potente milizia sciita nel paese, come la “Iran’s proxy in Iraq” per antonomasia. Tale corpo armato, fino al 2003 considerato a tutti gli effetti come un braccio delle forze Qods e dal 2005 incluso nelle Iraqi Security Forces, si forma in Iran nel

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