Doha è riuscita a puntare sull’Africa nonostante il boicottaggio del Consiglio di Cooperazione del Golfo, rafforzando le relazioni politico-diplomatiche ed economiche con diversi Paesi
Negli ultimi anni, il continente africano, nonché alcune aree strategiche come il Corno d’Africa, hanno testimoniato una particolare attenzione da parte delle monarchie del Golfo che hanno cercato di proiettare i propri interessi geopolitici e geostrategici. Nonostante numerose divergenze diplomatiche ed economiche esistenti all’interno del Consiglio di Cooperazione del Golfo, da alcuni anni è stato a trazione saudita ed emiratina, e che ha assistito al boicottaggio politico ed economico nei confronti del Qatar nell’estate del 2017, Doha non si è piegata, ha resistito al potenziale isolamento e ha, così, rafforzato la propria presenza politica ed economica in diversi Paesi africani, senza tralasciare diversi progetti di sviluppo.
L’attivismo di Doha è arrivato in Somalia, Paese strategico in quanto collocato nel Corno d’Africa, terreno fertile per la realizzazione di una serie di obiettivi militari, logistico-portuali e di controllo delle rotte marittime commerciali del quadrante sub-continentale afro-asiatico-indiano.

I buoni rapporti tra i due Paesi hanno fatto sì che la piccola monarchia del Golfo ambisse a costruire un porto nella città somala di Hobyo, per rafforzare gli scambi commerciali e per consolidare le relazioni diplomatiche nella regione centrale di Mudug, vicino allo Stretto di Bab-el-Mandeb, fondamentale snodo per i traffici internazionali.
A tal proposito, il Ministro dei trasporti e delle comunicazioni della ricca monarchia Jassim Saif Ahmed Al-Sulaiti ha affermato nel mese di agosto 2019 che il porto in questione porterà benefici economici a Mogadiscio in termini di investimenti e business. Tale infrastruttura favorirebbe anche i mercati africani, permettendo di accedere a quelli globali, mettendo al primo posto i servizi marittimi. Il porto fungerà da hub logistico per quello di Hamad e consentirà di creare nuovi posti di lavoro, più opportunità per i cittadini e quindi uno sviluppo economico a lungo termine. È importante citare anche la QATAR PORTS MANAGEMENT COMPANY che si inserirà nel progetto di costruzione del porto sfruttando una partnership con il Paese. Non meno rilevante è la donazione di una flotta di 68 veicoli armati.
Gli sviluppi delle relazioni tra Qatar e Somalia si inseriscono nell’ambito del rafforzamento dei settori dell’economia, dell’educazione e del sociale nella regione. Per esempio, il QATAR FUND FOR DEVELOPMENT ha concesso prestiti e pagamenti all’Africa orientale per un valore di circa 4 bilioni di dollari1 negli ultimi otto anni. Nel caso della Somalia, il Qatar continua a sostenere lo sviluppo sociale ed economico, la cooperazione e il settore commerciale. Il suo ruolo geopolitico nel Paese è gradualmente aumentato, partendo da un iniziale invio di forze impegnate nelle operazioni di peacekeeping qui ma anche al confine tra Eritrea e Gibuti nel 2010 per risolvere una disputa sui confini territoriali, offrendo un efficace esempio di mediazione.

E ancora, a partire dal 2016 gli investimenti della QATAR INVESTMENT AUTHORITY nei Paesi africani hanno raggiunto un valore pari a 35 bilioni di dollari, focalizzandosi specialmente su risorse e sviluppo infrastrutturale.
Il fattore economico viene considerato dalla monarchia qatariota come imput per creare pace e stabilità in Africa, soprattutto in Somalia, Paese che ha rifiutato di unirsi al boicottaggio del 2017, inimicandosi gli Emirati Arabi che hanno tagliato le relazioni con il Paese africano, ponendo fine a progetti umanitari e di sicurezza. Questo, indubbiamente, è stato letto dal Qatar come un potenziale vantaggio su cui puntare nel futuro prossimo. Tuttavia, incideranno sicuramente le tensioni nel Somaliland e Puntland che hanno indebolito il governo di Mogadiscio e gli investimenti portuali e commerciali. In Somalia, il Qatar deve far fronte al tentativo degli Emirati Arabi di investire nelle comunità secessioniste per soddisfare le sue mire espansionistiche verso l’Oceano Indiano e importanti accessi e collegamenti marittimi intorno al Corno d’Africa.
Non idilliaci, invece, sono stati i rapporti tra Qatar ed Eritrea. Il Paese africano ha ridotto i rapporti diplomatici con la monarchia del Golfo in concomitanza con il boicottaggio del 2017, accusando Doha, insieme ad Ankara, di ostacolare il processo di pace con l’Etiopia. Il governo nazionale ha più volte sottolineato come ci sano prove del coinvolgimento dei due Paesi con azioni sovversive. L’Etiopia, al contrario, si è avvicinata maggiormente al Qatar negli ultimi anni traendo dei benefici nel settore degli investimenti, sfruttando la possibilità di un progetto di costruzione di un ospedale ad Addis Abeba.

In tema di valenza geopolitica del Qatar in Africa non bisogna dimenticare il sostegno al Sudan dell’ex Presidente al-Bashir contro le proteste governative e nell’ambito economico durante la crisi politica interna degli ultimi tempi. Nel Sud Sudan, il Qatar possiede la più grande banca a Giuba e l’offerta di aiuto concessa ammontava a quasi 5 milioni di dollari per sostenere la popolazione. I temi della sicurezza, degli aiuti umanitari e della cooperazione hanno visto il Qatar partecipare attivamente nella regione del Sahel nella lotta al terrorismo, instaurando un legame di collaborazione con Niger, Ciad, Mali, Burkina Faso e Mauritania. Anche in questo caso l’impegno si è concretizzato attraverso la partecipazione alle operazioni di peacekeeping tramite l’invio di proprie forze nazionali.
In generale, in Africa Doha ha rafforzato i propri legami economici, puntato su interessi geopolitici e geostrategici, sulla sicurezza alimentare, senza tralasciare l’aspetto religioso. La leva finanziaria è stata utile per far avanzare obiettivi legati alla sicurezza e alla diplomazia. Non sorprende, infatti, che nel 2018 il Paese abbia annunciato l’intenzione di investire mezzo miliardo di dollari nel settore agricolo e alimentare in Sudan; Kenya e Senegal non sono stati abbandonati in questo contesto.
Continua ad essere vivo l’interesse così come gli sforzi atti a combattere la pirateria al largo della Somalia puntando sulle azioni di altre potenze regionali e non. Dal punto di vista diplomatico, Doha ha annunciato di aver aperto un gran numero di ambasciate nell’Africa sub-sahariana, nel dettaglio undici tra il 2013 e il 2015. Fonti istituzionali prevedono di aprirne altre sempre nella stessa area.
Fondamentale si è rivelato il contributo nel cessate il fuoco tra il governo sudanese e il gruppo dell’opposizione del Darfur, il “Movimento per la giustizia e l’uguaglianza”. Inoltre, ha cercato di mediare in Medio Oriente e in Africa, specialmente tra Eritrea e Sudan, tra Ciad e Sudan e tra Eritrea e Gibuti. I legami economici e politici con Comore, Eritrea, Mauritania, Mauritius e Senegal hanno registrato un effetto positivo in loco, rendendo Doha un valido partner regionale di riferimento.
Nonostante il boicottaggio del 2017, il Qatar ha dimostrato costantemente di voler concentrarsi sul continente africano, facendosi spazio tra difficili situazioni politiche interne, realizzando obiettivi geopolitici e geostrategici che lo mettevano in competizione con altri attori come Arabia Saudita ed Emirati Arabi. Questo attivismo probabilmente non si fermerà, in quanto parte di una strategia a lungo termine per la piccola monarchia che non desidera certamente avere un ruolo di secondo piano rispetto agli altri Paesi del Golfo.
1 https://www.al-monitor.com/pulse/originals/2019/09/qatar-support-projects-africa-somalia.html
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